Lo champagne più vecchio della storia in una nave affondata nel Baltico

18 Luglio 2010
Il lotto di champagne più antico della storia non si trova in una rinomata cantina o nella collezione di qualche ricco intenditore ma sul fondo del mar Baltico.
Questo è il risultato del lavoro di una squadra di subacquei, diretta da Christian Ekström.
Ekström e compagni stavano effettuando ricerche nella zona del Baltico al largo delle isole Åland (finlandesi, ma abitate da una minoranza svedese). Il 6 luglio, i sommozzatori
s’imbattono nel relitto di una nave, sul fondale, a circa 55 metri di profondità. Perlustrando l’imbarcazione in cerca d’indizi, viene ritrovata una bottiglia, portata in superficie per
ulteriori esami.
Allora, racconta Ekström: “Sul tappo c’era il simbolo di un’ancora e, dopo alcune ricerche, la Moët & Chandon ci ha detto che un tempo la Veuve Clicquot usava questo simbolo per i
suoi prodotti ed era l’unica marca di Champagne a utilizzarlo. Allora abbiamo chiamato un’enologa per vedere se era ancora bevibile. Non solo lo era, ma la conservazione perfetta (assenza di
luce, temperature basse e costanti sul fondo del mare) gli ha permesso di mantenere tutte le sue caratteristiche”.
L’enologa convocata è Ella Grüssner Cromwell-Morgan che dopo aver analizzato il liquido e compiuto alcune ricerche, ne certifica origine è qualità.
Spiega la donna: “Il suo colore è oro ambrato. Il profumo è molto intenso, con note di tabacco, ma anche di uva e di frutti bianchi, di rovere e idromele. Il boccato è
veramente sorprendente, molto zuccherino ma allo stesso tempo con la giusta acidità. Lo si spiega con il fatto che a quel tempo lo Champagne era molto meno secco di oggi perché
non si riusciva a gestire bene il processo di fermentazione”. Ma l’interesse è più personale: ” Di questo del Baltico ne ho conservato ancora un bicchiere che tengo in frigorifero
e non riesco a staccarmi da lui: ogni cinque minuti vado là a inebriarmi con il suo aroma”, confessa la donna.
In ogni caso, apprezzamento a parte, la Cromwell-Morgan sostiene come quello del Baltico sia il più vecchio campagne bevibile. Al secondo posto, il vecchio primatista,un Perrier-Jouet
del 1825, stappato l’anno scorso da alcuni enologi in Gran Bretagna.
I subacquei e la studiosa hanno stanno ora indagando sull’azienda di produzione, la Veuve Clicquot.
In base ai documenti, la Veuve Clicquot iniziò a lavorare nel 1772, creando le prime annate circa una decina di anni dopo, “Non più tardi del 1782”. Inoltre, le bottiglie non
possono essere più vecchie del 1788, in quanto la Rivoluzione Francese fermò il lavoro. Quindi, i ricercatori collocano la bevanda nel periodo compreso tra queste due date; forse,
“Si tratta proprio delle prime bottiglie prodotte e sarebbe fantastico averle trovate”.
Ma l’importanza delle bottiglie potrebbe andare ben oltre all’eccellenza enologica.
Una delle ipotesi al vaglio descrive lo champagne del relitto come un dono diplomatico, inviato da Luigi XVI° di Francia allo zar di Russia Pietro il Grande. Spiega la Cromwell-Morgan:
“Moët ha trovato documenti che parlano di una spedizione che non arrivò mai a destinazione. Se la data e la provenienza delle bottiglie ritrovate nel Baltico fossero confermate, si
tratterebbe del più vecchio Champagne del mondo” e, nel caso, “Le bottiglie potrebbero valere diverse centinaia di migliaia di euro l’una”.
Come si vede, il contenuto della nave affondata è ormai ben oltre una semplice questione di vino. Lunedì, le isole Åland ospiteranno un meeting tra gli scopritori e le
autorità locali: in ballo, i diritti di proprietà sul ritrovamento.
Matteo Clerici
ATTENZIONE: l’articolo qui riportato è frutto di ricerca ed elaborazione di notizie pubblicate sul web e/o pervenute. L’autore, la redazione e la proprietà, non
necessariamente avallano il pensiero e la validità di quanto pubblicato. Declinando ogni responsabilità su quanto riportato, invitano il lettore a una verifica, presso le fonti
accreditate e/o aventi titolo.