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La grappa degli angeli

La grappa degli angeli

By Redazione

 

Silvano d’orba (Alessandria) – Ci sono cose o persone ammantate da un’aura di poesia.

Esistono sapori e sensazioni che posseggono la ricchezza dell’impalpabile.

E’ il caso della grappa prodotta da Lugi Barile –un nome, un destino-, sapiente mastro distillatore in grado di esprimere al meglio una lirica che si chiama grappa.

 

Fra i suoi vetusti alambicchi di rame, nella sua affumicata, un po’ cadente ma assolutamente affascinante bottega artigiana di Silvano d’Orba, l’amico Luigi distilla
un nettare degli angeli che è quintessenza divina, lodata e cantata a suo tempo dal grande maestro (e comune amico) Luigi Veronelli, che a pochi mesi dalla prematura scomparsa
disse che, fra i suoi ultimi desideri, c’era anche quello di andare a visitare questa stupenda piccola distilleria incastonata come una gemma fra Piemonte e Liguria.

Morì con questo rimpianto, il bardo Veronelli. E noi che gli volemmo bene, oggi siamo in tempo a degustare la sua grappa preferita che è fra i migliori distillati
artigiani del Belpaese, nostro il giudizio libero e fazioso. Luigi, ragioniere commercialista in quel di Genova, sposato con la dolcissima Saveria di natali pugliesi, mastro
distillatore per vocazione e immenso talento, fa riposare nelle sue botti antiche un nettare che arriva anche a trent’anni di vetustà. Sono le grappe millesimate e
meravigliose, parte delle quali se la prendono ogni anno gli angeli –sì, proprio loro- che asciugano e bevono stilla per stilla attraverso i pori delle doghe. Sia bianca
–cioè da piccoli silos d’acciaio- che passata in legno, la grappa Barile ha la sicura stoffa e la complessità al naso e al palato del prodotto di alta gamma
che ne fa un’etichetta unica e prestigiosissima, ambita dai grandi ristoranti e dagli intenditori più saggi. Sappiate però che non è facile trovarla in giro,
vista l’esigua produzione e il taglio fortemente artigianale.

Pochi, fortunati possessori la centellinano con cura, serbandone sempre l’ultimo goccio in qualche mensola nascosta, lontana da occhi profani. Fu la grappa del G8 di Genova, che
il premier Berlusconi fece donare ai capi di stato. E’ la grappa che quest’anno è stata premiata come la migliore d’Italia da una giuria di giornalisti e
sommelier del club internazionale del Gotha del gusto, durante una serata di gala al Circolo della stampa di Torino, nei dorati saloni barocchi del palazzo Ceriana Mayneri. Per
l’occasione Luigi e Saveria, lui col suo sorriso aperto e il profilo che pare scolpito da Picasso -la faccia che lui mette sull’etichetta per dire: ‘garantisco in
prima persona’- hanno messo in campo alcune delle grappe più strutturate, come quella che vanta ben 27 anni di vita e serba l’aroma del legno e del fuoco, prodotta
ancora a bagnomaria e al calore della fiamma viva.

Gocce di passione e di sapienza che non si possono disperdere nel qualunquismo di oggigiorno, che nutrono l’anima fino in fondo. Come dire che siamo un po’ angeli anche noi.

 

 

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