FREE REAL TIME DAILY NEWS

Istat: crescono gli stranieri residenti in Italia

Istat: crescono gli stranieri residenti in Italia

By Redazione

 

L’Istat ha raccolto i dati relativi alla popolazione straniera residente nel nostro Paese risultanti dalle registrazioni nelle anagrafi degli 8.101 comuni italiani.
I cittadini stranieri residenti in Italia al 1° gennaio 2008 sono 3.432.651.

Rispetto al 1° gennaio 2007 sono aumentati di 493.729 unità ( 16,8%). Si tratta dell’incremento più elevato mai registrato nel corso della storia
dell’immigrazione nel nostro Paese, da imputare al forte aumento degli immigrati di cittadinanza rumena che sono cresciuti nell’ultimo anno di 283.078 unità
( 82,7%).
Circa 457 mila residenti di cittadinanza straniera sono nati in Italia, 64.049 nel solo anno 2007. Essi costituiscono il 13,3% del totale dei residenti e rappresentano un segmento di
popolazione in costante crescita: nel 2001, in occasione del Censimento, erano circa 160 mila.
Sono una “seconda generazione”, poiché non sono immigrati; la cittadinanza straniera, infatti, è dovuta unicamente al fatto di essere figli di genitori
stranieri.
Complessivamente, i minorenni costituiscono un insieme di circa 767 mila individui. La maggior parte di essi sono nati in Italia e coincidono di fatto con l’ammontare di 457 mila
stranieri nati in Italia di cui al punto precedente; la restante parte è giunta nel nostro Paese al seguito dei genitori.
Quasi la metà dei residenti stranieri (1 milione e 616 mila individui, pari al 47,1% del totale) proviene dai paesi dell’Est europeo. I cittadini dei paesi est-europei non
appartenenti all’Ue sono 839 mila (24,4% del totale dei residenti stranieri), mentre 777 mila (22,6% del totale) provengono da uno dei “Paesi Ue di nuova adesione” e
fra questi 625 mila sono cittadini rumeni. I flussi migratori dai “Paesi Ue di nuova adesione” sono in progressivo aumento dal 2005, mentre si registra nel complesso una
diminuzione per le altre aree di provenienza.
L’insediamento dei residenti stranieri mostra per la prima volta una lieve redistribuzione a favore delle regioni meridionali, a causa della presenza rumena che in queste regioni
è cresciuta più intensamente che altrove.
Tuttavia, ciò non muta sostanzialmente la ben nota geografia del fenomeno: il 62,5%)degli immigrati risiede nelle regioni del Nord, il 25% in quelle del Centro e il restante
12,5% in quelle del Mezzogiorno.

Il bilancio demografico dei residenti stranieri

Al 1° gennaio 2008 sono 3.432.651 i cittadini stranieri residenti in Italia (1.701.817 maschi e 1.730.834 femmine).
La principale posta del bilancio demografico degli stranieri residenti è data dagli immigrati; sono 515.201 i cittadini stranieri che si sono iscritti in anagrafe nel corso del
2007 provenendo dall’estero ( 102,4% rispetto all’anno precedente) e ad essi si sono aggiunti 64.049 nati da genitori stranieri.
Devono invece essere sottratti dal bilancio della popolazione straniera residente coloro che nel corso dell’anno si sono cancellati dalle anagrafi in quanto ritornati nel loro
paese o trasferiti in un altro paese straniero. Si tratta di 20.316 unità, un numero ancora contenuto rispetto al reale movimento emigratorio dei cittadini stranieri1, ma in
aumentato rispetto al 2006 ( 19,7). In aumento sono anche le cancellazioni per morte (3.670 nel 2007), che tuttavia contribuiscono marginalmente al decremento della popolazione
straniera in ragione della giovane struttura per età di questi cittadini.

Una posta che va assumendo sempre più rilevanza nel bilancio dei residenti stranieri è rappresentata, al contrario, dalle acquisizioni della cittadinanza italiana, 45.485
nel 2007 ( 29,0%); anche questo ammontare va sottratto nel momento in cui si effettua il calcolo della popolazione straniera residente.
Si deve alla dinamica naturale e migratoria dei residenti stranieri appena descritta l’incremento da 59.131.287 a 59.619.290 unità, osservato nel 2007 per il complesso
della popolazione residente (italiani e stranieri). In particolare, il saldo naturale della popolazione straniera ( 60.379 unità) compensa quasi per intero il saldo naturale
negativo dei residenti di cittadinanza italiana (-67.247 unità).
L’incidenza percentuale degli stranieri residenti in Italia sulla popolazione complessiva, che all’inizio dell’anno 2007 era del 5,0%, raggiunge al 1° gennaio 2008 quota
5,8%. Si tratta di un livello in linea con quello di altri grandi paesi europei, come la Francia e il Regno Unito, che tuttavia sono di più antica immigrazione. Questo fa
sì, ad esempio, che sia maggiore rispetto al nostro Paese la popolazione residente che non rientra più nello stock “cittadini stranieri”, avendo acquisito nel
corso del tempo la cittadinanza del paese ospitante.
Fra i paesi europei di immigrazione relativamente recente al pari dell’Italia vi è la Spagna, dove nel 2007 si è registrato un incremento della popolazione straniera
residente analogo a quello dell’Italia; i dati provvisori al 1° gennaio 2008 indicano che gli stranieri costituiscono l’11,3% di tutti i residenti, una quota quindi
molto più elevata di quella italiana. Occorre ricordare però che in questo paese anche i cittadini stranieri non in possesso del titolo equivalente al nostro permesso di
soggiorno possono iscriversi al Padrón municipal, l’equivalente della nostra Anagrafe.

Le acquisizioni di cittadinanza

Anche nel nostro Paese sono sempre più numerosi gli stranieri che diventano italiani “per acquisizione di cittadinanza”. Il fenomeno, tuttavia, è ancora
relativamente limitato. In base ai dati del Ministero dell’Interno e della rilevazione sulla popolazione straniera residente dell’Istat, si stima che fino al 2007 un totale
di 261 mila cittadini stranieri hanno ottenuto la cittadinanza italiana. A titolo di esempio si consideri che in Francia nei soli anni 2005 e 2006 sono state concesse complessivamente
303 mila cittadinanze. La maggior parte delle acquisizioni di cittadinanza italiana avviene ancora oggi per matrimonio: poiché i matrimoni misti si celebrano prevalentemente fra
donne straniere e uomini italiani, tra i nuovi cittadini italiani sono più numerose le donne.
Le concessioni della cittadinanza italiana per naturalizzazione, invece, sono ancora poco frequenti, specialmente se confrontate con il bacino degli stranieri potenzialmente in possesso
del requisito principale per richiedere la cittadinanza e cioè la residenza continuativa per 10 anni3. Dai dati dei permessi di soggiorno disponibili al 1° gennaio 2007 si
può stimare infatti che siano circa 630 mila coloro che potrebbero essere in possesso di tale requisito.

Nati e minori stranieri

I bambini nati nel nostro paese da genitori stranieri, come già accennato, sono stati 64.049 nel 2007 ( 10,9% rispetto all’anno precedente), dato che corrisponde al 11,4%
del totale dei nati in Italia. Essi costituiscono la componente più rilevante dell’aumento complessivo dei minori di cittadinanza straniera. Al 1° gennaio 2008 questi
ultimi ammontano a 767.060 unità e rappresentano il 22,3% del totale della popolazione straniera residente alla stessa data. Sono circa 101 mila in più rispetto al 1°
gennaio 2007 e di questi oltre il 63,1% è dovuto proprio ai nuovi nati. La parte rimanente è costituita dai minori giunti in Italia per ricongiungimento familiare.
L’aumento dei minori va di pari passo con quello della popolazione straniera. Il peso percentuale di questa classe di età tuttavia è leggermente diminuito nel 2007,
in seguito all’elevato numero di iscrizioni dall’estero, nella maggior parte dei casi di immigrati adulti.

Le principali cittadinanze: aree geografiche e flussi

In rapporto alla popolazione straniera complessivamente residente nel nostro paese, i cittadini del continente europeo rappresentano, con 1 milione 786 mila iscritti in anagrafe, oltre
la metà (52,0%) dei residenti al 1° gennaio 2008. In particolare, quasi un quarto dei residenti (24,4%) sono cittadini dei paesi dell’Europa centro orientale non
appartenenti all’Ue (principalmente l’Albania, l’Ucraina, l’ex Repubblica jugoslava di Macedonia e la Moldova) che contano complessivamente circa 839 mila
iscritti in anagrafe, con un aumento del 8,1% rispetto al 1° gennaio 2007.
I cittadini dei “Paesi Ue di nuova adesione”, anch’essi appartenenti prevalentemente all’area geografica dell’Europa centro Orientale, rappresentano il
22,6% degli stranieri con circa 777 mila residenti (69,9% in più rispetto all’anno precedente).
Poco meno di un quarto (23,2%) degli immigrati residenti, 798 mila persone, sono cittadini di un paese africano, principalmente dell’Africa settentrionale, e in primo luogo del
Marocco. I cittadini asiatici, con quasi 552 mila unità, costituiscono il 16,1% di tutti i residenti; poco meno della metà di questi ultimi (270 mila) appartiene a uno dei
paesi del subcontinente indiano, mentre i restanti (282 mila) sono di nazionalità prevalentemente cinese o filippina.
L’incremento degli immigrati residenti registrato nel corso del 2007 è pari, come già detto, a quasi 500 mila unità (493.729). Complessivamente i paesi
europei contribuiscono con un aumento di 391 mila unità (pari al 79,3% dell’incremento totale). In particolare, l’incremento registrato nel corso del 2007 è
dovuto ai “Paesi Ue di nuova adesione” i cui residenti aumentano di 319 mila unità; come già detto, sono i cittadini rumeni i principali responsabili di questo
incremento, essendo passati, nel corso del 2007, da 342 mila a 625 mila residenti.
Il restante 20,7 % dell’incremento, pari a 102 mila unità è dovuto invece all’aumento dei cittadini residenti dei paesi extra-europei.

VISITA LO SHOP ONLINE DI NEWSFOOD