Influenza aviaria in Europa: minaccia nascosta
26 Ottobre 2007
Roma, 25 ottobre 2007 – In alcune zone dell’Europa il virus dell’influenza aviaria H5N1 potrebbe diventare endemico nei polli e nelle anatre e nelle oche domestiche, ha messo in guardia
oggi la FAO; l’agenzia ha sottolineato che anatre ed oche domestiche sane potrebbero trasmettere il virus ai polli ed avere un ruolo più importante di quanto non si sia pensato sinora
nella persistenza del virus nella regione. Per questo nei paesi con una consistente popolazione di anatre ed oche domestiche devono essere rafforzate le attività di sorveglianza.
L’avvertimento della FAO fa seguito alla scoperta da parte di ricercatori tedeschi del virus H5N1 in giovani anatre domestiche infette.
Un nuovo capitolo – “Sembrerebbe l’inizio di un nuovo capitolo nell’evoluzione dell’influenza aviaria nel cuore dell’Europa”, ha affermato il Veterinario Capo della FAO, Joseph Domenech.
“Se sarà confermato che il virus H5N1 può persistere in oche ed anatre domestiche apparentemente sane, allora i paesi dovranno con urgenza rafforzare i programmi di monitoraggio e
di sorveglianza in tutte le regioni con una popolazione consistente di anatre ed oche”.
“L’Europa dovrà prepararsi a nuove ondate di focolai epidemici d’influenza aviaria, con tutta probabilità provenienti da est verso ovest, se il virus continua a persistere nei
volatili acquatici domestici. Questo rende ancora più necessario aumentare le attività di controllo e monitorare una possibile circolazione del virus tra le anatre e le oche
domestiche”, ha aggiunto Domenech.
L’area del Mar Nero – “Vi è particolare preoccupazione per l’area del Mar Nero che ha un’alta concentrazione di polli, anatre ed oche”, ha detto Jan Slingenbergh, specialista
senior di malattie animali della FAO. “Nella sola Ucraina il numero delle anatre domestiche è stimato intorno ai 20 milioni di capi. In Romania, nella zona del delta del Danubio, si
stima vi siano quattro milioni di anatre e quattro di oche domestiche. Queste cifre sono molto simili alla densità di polli ed uccelli acquatici dell’Asia, dove il virus continua a
circolare tra i polli e dove ha trovato una nicchia in paesi con decine di milioni di anatre ed oche domestiche”.
È importante notare che nel Mar Nero vanno a svernare gli uccelli migratori che provengono dalla Siberia, che poi si spostano anche verso il Mediterraneo ed altre regioni. In passato,
tutti i paesi confinanti con il Mar Nero hanno registrato focolai epidemici d’influenza aviaria, favoriti dal sistema tradizionale di allevamento del pollame all’aperto, con scarsa separazione
tra volatili domestici e selvatici.
Il caso tedesco – Ricercatori dell’Istituto “Friedrich-Loeffler”di Riems in Germania alla fine di agosto hanno individuato in un allevamento il virus H5N1 in alcuni esemplari giovani di
anatre domestiche. Ulteriori accertamenti in altri due allevamenti hanno rivelato che, nonostante l’assenza di sintomi clinici e di mortalità le anatre erano venute a contatto con il
virus H5N1, perché il loro sistema di difesa immunitario mostrava anticorpi sviluppati in risposta al virus. Più intensi esami e monitoraggi hanno alla fine confermato sacche di
H5N1 in uno degli allevamenti.
Sulla base dell’esperienza sviluppata nel combattere l’influenza aviaria nel mondo negli ultimi tre anni, la FAO ritiene che la valutazione dei rischi e le strategie di controllo e ricerca del
virus siano da rivedere, ha detto Domenech.
I paesi con una consistente popolazione di anatre ed oche domestiche dell’Europa centrale ed orientale e della regione del Mar Nero dovrebbero considerare l’incidente in Germania come un
allarme e non limitare la ricerca del virus esclusivamente ai polli. Efficienti attività di controllo vengono già applicate in molti paesi europei e la Commissione Europea ha
pubblicato nel 2007 delle linee guida molto esaustive. Ci sono tuttavia paesi dove è necessario fare un maggiore monitoraggio e dare maggiore attenzione alle anatre ed alle oche
domestiche, che vanno considerati animali a rischio.
“In Europa il virus potrebbe essere in circolazione più di quanto non si pensi attualmente”, ha aggiunto Slingenbergh. “Non stiamo dicendo che il virus è ampiamente diffuso nei
paesi europei, visto che infatti la maggior parte dei paesi ne è al momento esente. Ma che punti localizzati di virus non individuato in paesi con significativa popolazione di uccelli
acquatici possono rappresentare un rischio continuo.
Dopo l’Asia e l’Africa, l’Europa potrebbe essere il terzo continente in cui il virus in alcune zone diventa endemico.