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Inflazione, Federdistribuzione: «No a panieri di prodotti a prezzi bloccati»

By Redazione

Milano – «Le tensioni inflazionistiche che registriamo negli ultimi mesi sono un elemento di preoccupazione per l’intero sistema economico, già afflitto da una
cronica debolezza dei consumi, che deve essere affrontato con strumenti adeguati e strutturali – a parlare è, ancora una volta, Paolo Barberini, Presidente di Federdistribuzione,
l’associazione che raggruppa la maggioranza delle imprese della Grande Distribuzione Organizzata – Il fiorire di iniziative locali che propongono panieri di prodotti a prezzi bloccati per
qualche mese non è realistico.

Il tentativo di riversare in questo modo sulla sola distribuzione l’onere del contenimento dei prezzi a fronte di continue dichiarazioni di aumenti dei prodotti alimentari da parte della
produzione e degli incrementi dei costi strutturali d’impresa, tra i quali energia e carburanti, non può rappresentare una valida soluzione a un problema che ha radici molto più
profonde».

Federdistribuzione ribadisce così la sua contrarietà alla partecipazione a questi interventi di corto respiro, che hanno un prevalente effetto di comunicazione e scarsa
capacità di incidere davvero sulla realtà. L’azione a tutela del potere d’acquisto delle famiglie da parte delle aziende della GDO è peraltro sotto gli occhi di tutti, e i
consumatori ne sono ben consci: negli ultimi 4 anni a fronte di aumenti cumulati di servizi e tariffe del 17,8% e dell’inflazione dell’ 8,2%, la variazione dei prezzi dei prodotti confezionati
nella GDO è stata solo dell’1,8% (dati Istat e IRI Infoscan). Questo risultato è stato possibile grazie all’elevato livello di competitività tra le imprese del settore e
agli strumenti messi in campo a favore del consumatore, dalle campagne promozionali, allo sviluppo delle marche private, al consolidamento dei prodotti delle fasce più basse di prezzo.

Lo stesso livello di competitività, tuttavia, non si riscontra in molti altri mercati che rappresentano fattori di costo per il sistema distributivo, quali ad esempio quelli
dell’energia, delle banche e delle assicurazioni, fattori che con i loro elevati incrementi contribuiscono a limitare la capacità di contenimento dei prezzi di vendita da parte delle
aziende. «Non vogliamo sottrarci all’impegno della difesa delle famiglie di fronte al caro-vita – precisa il Presidente di Federdistribuzione – Lo abbiamo sempre fatto e continueremo a
farlo. Non ci pare corretto, tuttavia, che sia sempre la distribuzione il primo e solo operatore chiamato a prendere provvedimenti concreti per fermare l’ascesa dei prezzi. Il tema va
affrontato in un altro modo, incidendo realmente sulle cause dell’inflazione, che in questo momento appare generata da fattori internazionali amplificati però nei loro effetti dalle
inefficienze del sistema Italia».

«Occorre quindi ripensare alle politiche agricole comunitarie – conclude Barberini – eliminando i vincoli alla produzione per far fronte in modo adeguato alla crescita della domanda
mondiale; lavorare per accorciare e rendere più efficienti le filiere, favorendo le dimensioni d’impresa ed eliminando tutti i passaggi intermedi che non aggiungono valore; sostenere i
processi di liberalizzazione dei mercati, consentendo così alla concorrenza di giocare il suo ruolo positivo sul livello dei prezzi».

Federdistribuzione è l’organismo di coordinamento e di rappresentanza della distribuzione commerciale moderna: riunisce e rappresenta, nelle sedi istituzionali,
sindacali e comunitarie la maggioranza delle imprese distributive operanti nei settori alimentare e non alimentare che svolgono la propria attività attraverso le più innovative
formule del commercio moderno. Federdistribuzione, che aderisce a Confcommercio, si compone di dieci associazioni nazionali che rappresentano un universo articolato di imprese e di
multicanalità che si differenziano per dimensioni, forme distributive e merceologie trattate. Le aziende aderenti alle dieci Associazioni di Federdistribuzione hanno realizzato nel 2006
un giro d’affari di 81,8 miliardi di euro, con una quota pari al 73,0% del totale fatturato della Distribuzione Moderna Organizzata; hanno una rete distributiva di 42.300 punti vendita (diretti
e in franchising) e danno occupazione a circa 320.000 addetti. Rappresentano, infine, il 38,0% del valore dei consumi commercializzabili.

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