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Inflazione, Confagricoltura: «per alimentare aumenti comunque inferiori al livello Ocse»

By Redazione

«Un fenomeno atteso e diffuso a livello internazionale, comunque da monitorare» commenta così Confagricoltura i dati Istat sull’andamento dei prezzi al consumo di gennaio, che
hanno visto un ulteriore aumento su base tendenziale e congiunturale dei prezzi dei prodotti alimentari.

Non stupisce l’Organizzazione agricola che l’ondata dei rincari a livello internazionale abbia delle ripercussioni sulla spesa dei consumatori. Peraltro, si tratta di un fenomeno che dura
dall’estate scorsa e che, per vari fattori, congiunturali e strutturali, potrebbe anche essere destinato a durare.

«In ogni caso, però – aggiunge Confagricoltura – vanno considerati due aspetti».

Da un lato, l’aumento dei prezzi per l’Italia è inferiore a quanto si verifica a livello Ocse ed in alcuni grandi Paesi dell’Unione Europea. L’indice dei prezzi al consumo dei prodotti
alimentari, infatti, a dicembre 2007 è cresciuto, per l’insieme dei Paesi Ocse, del 4,8 rispetto allo scorso anno; per l’Italia del 4,1%. Mentre l’incremento per Germania, Regno Unito,
Spagna, Usa è superiore anche di molto a quello registrato in Italia.

D’altro canto, nel lungo periodo, gli incrementi dei prodotti alimentari sono inferiori all’andamento generale dei prezzi ed agli aumenti, più consistenti, che hanno subito ad esempio le
spese per abitazione, acqua, elettricità e combustibili e per i servizi.

La situazione italiana va quindi valutata in un contesto generale e deve proseguire l’azione di monitoraggio per verificare effettivamente dove si realizzano i rincari, che, peraltro, non
riguardano, e non nella stessa misura, tutte le produzioni agricole.

Peraltro la congiuntura dei prezzi all’origine presenta segnali di contenimento e/o di rientro che interessano diverse filiere e prodotti: ad esempio stanno scendendo su diverse piazze le
quotazione di latte, burro e grana. Anche per le carni, vi sono segnali che inducono a ritenere che per le produzioni suine si mantenga una tendenza non positiva, mentre per le avicole la fase
di tensione appare in esaurimento; peraltro sul mercato di Forlì già si assiste ad una flessione delle quotazioni.

Nel più lungo periodo, si attende un consolidamento al ribasso delle quotazioni dei cereali ad utilizzo alimentare umano e mangimistico, anche in seguito ad un aumento delle superfici a
coltura ed a maggiori rese attese nei paesi UE, in USA ed in Canada.

Evoluzione dei prezzi al consumo degli alimentari
Dicembre 2007 – percentuale di variazione rispetto
allo stesso mese dell’anno precedente in alcuni Paesi Ocse

Paesi Ocse

4,8%

Germania

5,7%

Italia

4,1%

Spagna

6,6%

Francia

3,2%

Regno Unito

5,4%

Usa

5,6%


Indice nazionale dei prezzi al consumo – Italia
Gennaio 2008 (1995=100)

Prodotti alimentari e bevande analcoliche

131,8

Abbigliamento e calzature

134,0

Abitazione, acqua, elettricità e combustibili

152,1

Trasporti

141,6

Indice generale

134,4

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