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Il Prof. Umberto Tirelli per Newsfood.com: “Costi comparabili a efficacia, occorre intervento adeguato”

Il Prof. Umberto Tirelli per Newsfood.com: “Costi comparabili a efficacia, occorre intervento adeguato”

By Redazione


In relazione alle polemiche emerse in questi giorni sui giornali riguardo al costo dei farmaci in Lombardia, è giusto sottolineare che il costo dei farmaci biologici per i tumori,
l’aids e altre malattie sta diventando insostenibile per molti paesi, non solo l’Italia ma tutto il mondo occidentale. 


A mio parere – come avviene già in Gran Bretagna con il Nice (National Institute for Health and Clinical Excellence), l’approvazione dei farmaci per i tumori dovrebbe essere
più rigorosa, nel senso che solo quelli con effettiva efficacia dovrebbero essere approvati e non quelli che hanno un vantaggio minimo, almeno ai costi con i quali vengono oggi
messi in commercio. 


In altre parole, se si vogliono avere tutti i farmaci, anche quelli che portano vantaggio di soltanto qualche settimana sulla sopravvivenza, cosa comprensibile dal punto di vista dei malati e
delle loro associazioni, ne andrebbe comunque modificato il costo, perché dovrebbe essere ovvio che se un farmaco guarisce una malattia o ne prolunga la sopravvivenza di molti anni
è accettabile che costi cento, ma se non guarisce alcuna malattia e prolunga la sopravvivenza soltanto di qualche settimana o mese non può costare cento ma dovrebbe costare
dieci. 


Oggi, purtroppo, i costi sono elevatissimi in entrambe le situazioni ed equivalgono sempre a cento; sarebbe il caso pertanto di intervenire sul costo dei farmaci modificandoli sulla base
dell’efficacia e rendendoli disponibili a tutti, oppure di non approvarli come avviene già con il Nice in Gran Bretagna se non hanno un vantaggio significativo sull’evoluzione della
malattia in questione. 


Infine – conclude Tirelli – va tenuto conto che molti pazienti europei, ad esempio in Polonia, Bulgaria, Romania ecc., non hanno accesso a questi farmaci perché quegli stati non se li
possono permette. Se i costi fossero ridotti potrebbero permetterseli e le aziende guadagnerebbero ugualmente garantendo però l’accesso a tutti i pazienti


Il problema degli elevati costi dei farmaci biologici per i tumori, in continuo aumento è stato al centro del dibattito anche quest’estate durante il 36esimo Congresso Europeo di
Oncologia Medica
in corso a Stoccolma. 


Concordo con la denuncia degli alti costi da parte degli oncologi internazionali ma noto che non si fa riferimento ad un altro problema, altrettanto grave, quello della mancanza di altri
farmaci oncologici, i chemioterapici tradizionali, che costano poco e che anche per questo mancano in particolare sul mercato americano, provocando una crisi sanitaria senza precedenti come
denunciato da tempo sui media statunitensi senza per ora alcuna capacità di fronteggiarla. 


Negli Stati Uniti oltre 200 farmaci, e non solo oncologici ma anche antibiotici, anestetici e cardiologici sono in periodica e pericolosa mancanza con oltre il 50% degli ospedali americani che
negli ultimi sei mesi hanno denunciato una mancanza di 20 o più farmaci. 


Ma anche sul mercato italiano da qualche tempo cominciano a scarseggiare farmaci oncologici tradizionali con grave danno per i pazienti con leucemie acute, linfomi e tumori del testicolo e
imbarazzo per i medici che devono trattarli in queste condizioni di mancanza periodica di farmaci. Comunque, manca da parte degli oncologi una proposta su come fronteggiare i due problemi. 


Se i costi dei farmaci biologici oncologici sono enormi, in molti casi inaccettabili dal punto di vista etico (molti paesi della comunità europea non se li possono permettere), la proposta
sarebbe quella di fare pagare molto meno quei farmaci che hanno un impatto minimo sulla sopravvivenza dei pazienti seppur approvati (e sono tanti) e di accettare il costo elevato di quei farmaci
che hanno invece un impatto significativo sulla sopravvivenza dei pazienti (purtroppo pochi) rendendoli così disponibili anche a quei paesi europei che non se li possono permettere. 


Per quanto riguarda lo scandalo della mancanza di farmaci oncologici tradizionali non solo sul mercato americano ma anche su quello italiano è necessario fare pressioni sulle industrie
farmaceutiche
, anche attraverso i politici, affinché, anche senza grandi guadagni, assicurino i farmaci basilari per la terapia del cancro, come la doxorubicina, la bleomicina, la
citarabina e la carmustina, senza interruzioni della loro erogazione che purtroppo invece periodicamente si verificano anche nel nostro istituto ad Aviano, con gravi problemi per noi medici ma
soprattutto per i pazienti e i loro familiari. 


Un’argomentazione molto convincente potrebbe essere quella di non approvare più quei farmaci biologici oncologici provenienti dalle multinazionali e dalle loro piccole filiali che non
producono più quelli tradizionali. Ma c’è qualcuno che ha il coraggio di proporlo per esempio negli Stati Uniti, così da dare poi il buon esempio per l’Italia e l’Europa?”



Prof. Umberto Tirelli, Direttore Dipartimento Oncologia Medica Istituto Tumori di Aviano
per Newsfood.com





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