Il pollo fritto USA sbarca in Africa

17 Dicembre 2010
Dal Sud degli States all’Africa continentale. Yum Brands Inc, possessore dei marchi Kentucky Fried Chicken e di PizzaHut, si prepara a colonizzare il Continente Nero. Sedi prescelte sono la
Nigeria il Ghana e lo Zambia; obiettivo, aumentare la presenza di ristoranti fino a quota 1200 e potenziare i profitti, arrivano a 2 miliardi di dollari nel 2015.
In realtà, la presenza dell’azienda in Africa è roba vecchia, con il primo ristorante aperto già nel 1971. Ma, spiegano i respondabili, fino ad oggi ci si era limitati al
Sudafrica, il meno occidentale degli Stati locali, sede di 600 ristoranti economici. Recentemente però, lo sviluppo sta toccando anche Nigeria, Ghana e Zambia, dove stanno così
sorgendo grandi agglomerati urbani e moderne infrastrutture.
Come spiega David Novak, amministratore delegato di Yum, la crescente stabilità politica, il relativo benessere economico e la nascita di una classe media fanno dell’Africa “Una
grandissima opportunità di sviluppo e di espansione per la nostra azienda”.
Keith Warren, capo di Yum in Africa, traccia il piano di battaglia: “Per molti africani venire a mangiare da noi è una grande esperienza. Il marchio Kfc qui ha grandi
potenzialità. Tutte le ricerche di mercato ci dicono che sono disposti a mettere i soldi da parte pur di venire a mangiare da noi un pasto da tre dollari. Anche se una famiglia magari se
lo può permettere magari una sola volta ogni tre mesi”.
L’azione è stata calcolata nei minimi particolari, tenendo conto di dettagli come i nuggets, o pepite.
Questi sono i petti di pollo, disossati e sminuzzati, presenti nei menù occidentali e graditi dai clienti. Ebbene, in Africa niente nuggets: “Gli africani sono molto sospettosi e
diffidenti circa il cibo trattato e elaborato da altri. Loro preferiscono i pezzi di pollo con l’osso bene in vista”.
Matteo Clerici
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