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Eni ed Enel uniscono le forze nella lotta al cambiamento climatico

By Redazione

Roma – Gli amministratori delegati di Eni, Paolo Scaroni, e di Enel, Fulvio Conti, hanno firmato oggi una Lettera d’intenti per sviluppare uno studio di fattibilità
congiunto sulla cattura, trasporto e sequestro dell’anidride carbonica (CO2).

Secondo le più accreditate previsioni, infatti, ancora per parecchi decenni non si potrà fare a meno di produrre energia con combustibili fossili. Le moderne tecnologie consentono
di aumentare decisamente l’efficienza delle centrali termoelettriche e di abbattere drasticamente l’emissioni di polveri, anidride solforosa e gli ossidi di azoto. Resta da risolvere il
problema dell’immissione in atmosfera di gas ritenuti responsabili del cambiamento climatico, come appunto l’anidride carbonica che si genera durante la combustione.

Paolo Scaroni ha sottolineato che «soddisfare la crescita mondiale della domanda di energia, mitigando allo stesso tempo le emissioni e gli impatti sugli ecosistemi, è uno dei temi
principali cui il settore energetico deve saper dare una risposta. L’accordo appena firmato consente di unire le forze di due grandi aziende energetiche per offrire soluzioni concrete al
problema dell’effetto serra: Eni ed Enel insieme saranno in condizione di mettere al servizio del Paese capacità tecnologiche di eccellenza rendendo fattibile l’intero ciclo di cattura e
sequestrazione sicura dell’anidride carbonica».

» L’accordo di oggi vede impegnati due grandi gruppi energetici nella ricerca delle migliori soluzioni per combattere in modo efficace il cambiamento climatico: la nostra collaborazione
offre all’Italia l’opportunità di essere in prima fila nello sviluppo delle tecnologie più innovative, come la cattura e sequestro dell’anidride carbonica, sulle quali si sta
concentrando l’interesse delle istituzioni e delle maggiori aziende dell’energia europee e statunitensi» ha commentato Fulvio Conti.

La cattura, trasporto e sequestro della CO2, insieme alla ricerca sul solare ad alta efficienza e al nucleare di nuova generazione, è oggi una delle soluzioni più promettenti per
raggiungere l’equilibrio tra diverse e egualmente vitali esigenze: disporre di energia in quantità sufficiente a soddisfare le necessità dello sviluppo umano (quasi due miliardi
di persone al mondo non hanno energia elettrica), a costi competitivi, nel rispetto dell’ambiente.

Per queste ragioni, in tutto il mondo, dagli Stati Uniti all’Australia, dalla Germania alla Norvegia, sono già attive ricerche e sperimentazioni per catturare questo gas, liquefarlo e
confinarlo in siti adatti a uno stoccaggio permanente e sicuro. Non a caso, in più occasioni le Istituzioni europee l’hanno indicata come un percorso obbligato per la lotta al
cambiamento climatico, in quanto strumento indispensabile per il raggiungimento dell’ obiettivo comunitario della riduzione delle emissioni di CO2 del 20 per cento entro il 2020: uno dei
traguardi ambientali, i cosiddetti «tre 20», posti dall’Unione Europea, insieme all’aumento della quota di energia prodotta da fonti rinnovabili al 20 per cento e all’aumento
dell’efficienza energetica del 20 per cento.

In questo contesto in rapida evoluzione, Eni ed Enel hanno oggi deciso di unire le forze perché l’Italia possa partecipare in modo efficace e qualificato a questa nuova grande sfida
tecnologica.

Eni ha competenze nel campo del sequestro della CO2 in siti geologici quali giacimenti di idrocarburi esauriti, acquiferi salini profondi ecc., mentre Enel ha competenze nel campo della cattura
della CO2, ha avviato due progetti dimostrativi della cattura della CO2 e sta conducendo attività di valutazione del potenziale di stoccaggio geologico in aree vicine alle sue centrali.

Se lo studio di fattibilità darà esiti positivi, Eni ed Enel intendono definire congiuntamente una ipotesi di «Piano Nazionale» per la cattura, trasporto e stoccaggio
della CO2 da sottoporre all’attenzione del governo e delle istituzioni italiane ed europee competenti. In particolare, si impegnano a valutare congiuntamente opzioni nazionali di sequestro
della CO2 sia off-shore sia on-shore e la realizzazione di uno o più progetti pilota che prevedano l’integrazione tra unità di cattura, di trasporto e sequestro della CO2.

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