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Draghi: “I mutui sono cresciuti del doppio rispetto alla media europea”

By Redazione

“L’indebitamento delle famiglie per acquisto di abitazioni, seppure in crescita, resta basso”, ma “tra il 2002 e il 2006 i mutui alle famiglie sono cresciuti a ritmi quasi doppi rispetto alla
media europea”.

Lo ha reso noto il governatore di Bankitalia, Mario Draghi, nel corso del suo intervento alla Giornata Mondiale del Risparmio, in cui ha definito la situazione del mercato italiano in rapporto
alla crisi a livello internazionale: “Il rapporto tra il valore del mutuo e quello dell’immobile è basso”, ha spiegato Draghi, aggiungendo che “si sta innalzando il rapporto tra prestito
e valore dell’immobile”.

Mutui – Draghi ha rilevato che “l’incidenza delle sofferenze sui prestiti per acquisto di abitazioni, ancora bassa, inizia a mostrare segnali di deterioramento” e che, “per le famiglie e
le imprese, il rialzo dei tassi interbancari si rifletterà in un aumento del costo dei prestiti a tasso variabile, che rappresentano tre quarti del totale dei prestiti a medio e a lungo
termine”: “Se le tensioni sui mercati dovessero prolungarsi – ha avvertito Draghi – gli oneri per i debitori potrebbero diventare significativi”.

Conti correnti – A livello di conti correnti, il governatore di Bankitalia ha sottolineato che è stata condotta un’indagine su 4500 conti (il 70% dei quali intestato a persone
fisiche) presso 130 banche e la spesa media annua per il mantenimento è di 130 euro e varia a seconda del numero di operazioni effettuate: “Il 25 per cento dei conti con il minor numero
di operazioni annue – ha spiegato Draghi – costa in media 70 euro, contro i 218 del 25 per cento con il maggior numero di operazioni”, anche se la maggior parte dei consumatori è
orientata sui “conti a pacchetto” (i cui oneri non dipendono dal numero di operazioni).

Derivati – Draghi ha rilevato che l’attività delle banche in derivati è in crescita e che “alla fine del giugno scorso l’esposizione delle banche in relazione a derivati
valutata al valore di mercato aveva raggiunto 150 miliardi di euro, il 6 per cento dell’esposizione complessiva”.
“Lo sviluppo di strumenti innovativi – ha osservato il governatore – è positivo, ma richiede una attenta valutazione dei rischi, in particolare di quelli di controparte” (che sono lo
più società finanziarie e operatori esteri): “In presenza di movimenti avversi delle variabili di mercato e di meccanismi contrattuali che ne amplificano gli effetti – ha
continuato Draghi – possono emergere difficoltà per la clientela ad adempiere alle proprie obbligazioni e perdite anche rilevanti per gli intermediari”.
Per questi motivi è opportuno che solo una “clientela qualificata” effettui operazioni in derivati complessi e che esse siano “accompagnate dalla massima trasparenza, assicurando la
piena rispondenza dei prodotti collocati alle esigenze e ai profili di rischio del cliente”.

Fondi – “I fondi comuni aperti mostrano da tempo un andamento insoddisfacente. Dal 2002 al 2006, mentre il patrimonio dei fondi comuni europei è aumentato del 76 per cento, i
fondi collocati in Italia sono cresciuti del 31 per cento, meno della metà”. Questa la situazione prospettata da Draghi, che ha evidenziato una parallela riduzione dei fondi aperti di
diritto italiano (pari all’8%): “Questa diminuzione non è compensata dalla moderata crescita dei fondi esteri gestiti da gruppi italiani; anche quest’ultima si è quasi azzerata
nei primi mesi del 2007”, ha osservato il governatore.
Questo accade perché “i fondi esteri godono di significativi vantaggi fiscali”: “Sono tassati sul risultato realizzato, anziché sul maturato”, ha spiegato Draghi, aggiungendo che
“anche la tassazione che grava sul reddito d’impresa delle società di gestione è altrove molto inferiore a quella italiana”.
Ma questa condizione non basta da sola a giustificare la “lentezza dello sviluppo complessivo del mercato”, su cui pesa anche “la concorrenza di altri prodotti finanziari, dalle polizze vita ai
titoli e prodotti strutturati”.

Sistema bancario italiano – “Con la turbolenza di quest’estate, riteniamo sia iniziato il ritorno a uno stato dei mercati in cui la liquidità non sarà più
così ampia come nel recente passato, né la volatilità così bassa”, ha osservato Draghi, aggiungendo però che, grazie al rapporto predominante con il cliente
“il sistema bancario italiano è stato toccato da queste meno degli altri sistemi europei”.
Per questo motivo, secondo il governatore di Bankitalia, “occorre riconoscere il valore di questo rapporto; progredire ancora nella costruzione di una relazione trasparente e benefica per tutte
le parti interessate”: “Nel tempo, capacità di governo, equilibrio degli amministratori, qualità dei controlli interni, lungimiranza degli azionisti, restano le basi su cui si
fondano solidità e sviluppo delle nostre banche”, ha concluso.

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