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Agricoltura: il governo continua a sbagliare

Agricoltura: il governo continua a sbagliare

By Redazione

La Cia denuncia i ritardi e il rischio di perdere un’altra importante occasione offerta dai nuovi regolamenti scaturiti dall’«health check». Chiesto al ministro delle Politiche
agricole, alimentari Luca Zaia di aprire un tavolo di confronto con le organizzazioni agricole e con le Regioni per una scelta condivisa e coerente. Urgente una soluzione per il Fondo di
solidarietà per le calamità naturali.

Le assicurazioni non possono essere finanziate soltanto dagli agricoltori. Sull’agricoltura il governo continua a sbagliare. Le tante promesse sono finora cadute nel vuoto. E ora si rischia di
perdere anche un’importante occasione per fare adeguate scelte di carattere strategico offerta dai i nuovi regolamenti Pac (Politica agricola comune) conseguenti all’«health check»,
in particolare quello relativo all’art. 68.

La proposta in materia avanzata dal ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Luca Zaia non è affatto condivisibile e, se non verrà modificata, è preferibile
non disperdere risorse e procedere alla restituzione degli importi degli aiuti, precedentemente trattenuti agli agricoltori. La denuncia viene dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori la
quale segnala il grave ritardo con cui si è avviata la discussione sulle decisioni Ue e la mancanza di un’effettiva concertazione tra lo stesso ministro e le organizzazioni agricole.

Per la Cia l’art. 68 della Pac rappresenta uno strumento che permette agli stati membri di affrontare problemi di carattere ambientale e migliorare la qualità e la commercializzazione dei
prodotti agricoli. Strumento che consente, dunque, una maggiore autonomia ed una più ampia flessibilità rispetto al passato. E’ noto, d’altra parte, il giudizio negativo della Cia
sull’applicazione in Italia del «vecchio articolo 69»: scarsa selettività delle azioni, approccio ragionieristico nella distribuzione delle risorse, aggravio burocratico per
gli agricoltori.

Per questa ragione la Cia ribadisce che gli obiettivi prioritari da perseguire nelle scelte relative all’art. 68 devono essere indirizzati al sostegno e alla valorizzazione della qualità
nelle sue varie articolazioni, ad incentivare l’organizzazione e la concentrazione del prodotto, al rafforzamento delle logiche di filiera. Ciò comporta una forte selezione nelle scelte ed
un’adeguata concentrazione delle risorse per renderle efficaci. Tuttavia, non sembra, ad oggi, che le indicazioni del ministro vadano in questa direzione.

La Cia chiede, quindi, al ministro Zaia di rivedere le ipotesi prospettate ed aprire un vero confronto con le organizzazioni agricole, a cui partecipino anche le Regioni, per formulare una
proposta condivisa e coerente. La Cia ricorda che, da tempo, ha sollecitato i diversi governi che si sono succeduti ad affrontare organicamente le condizioni attuali del comparto agroalimentare
nazionale e le sue prospettive attraverso un’apposita Conferenza nazionale.

Tutto ciò è reso ancor più stringente dal persistere di situazioni critiche e di vere e proprie emergenze in alcuni settori. E proprio in tale contesto – sottolinea la Cia –
si collocano le scelte sbagliate del governo, a partire dal mancato finanziamento del Fondo di solidarietà nazionale per le calamità naturali, all’esiguo stanziamento del sostegno
agli allevatori che hanno rispettato le regole delle quote latte, all’assenza nel bilancio dello Stato del contributo nazionale al settore bieticolo.

Questi solo per fare alcuni esempi. Inoltre, per quanto riguarda le ipotizzate misure sulle assicurazioni non è accettabile l’idea che siano, di fatto, totalmente autofinanziate dagli
agricoltori. A parere della Cia, infatti, tali misure si dovrebbero configurare come aggiuntive e non sostitutive dell’intervento pubblico nazionale, come è stato finora.

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