Veneto: centrale ENEL di Porto Tolle
3 Ottobre 2007
Venezia, 27 Settembre 2007 – «Sto seguendo da giorni la polemica e le iniziative di quanti si oppongono alla conversione a carbone della centrale elettrica di Porto Tolle, e mi sto
domandando se quelli che protestano sanno esattamente di cosa stanno parlando».
Lo afferma l’assessore agli investimenti strategici del Veneto Renato Chisso, che ha deciso di rompere il silenzio e il riserbo finora mantenuto sulla questione, «perché non vorrei
che, dietro la contrarietà, si nascondano delle «trappole» che potrebbero nuocere a tutto il Polesine».
«Questo impianto è strategico per l’ENEL e per il Paese, e al momento non esiste per alcuno nessuna concreta possibilità di rinunciarvi, in attesa che venga definitivamente
chiuso. Dunque l’impianto deve, per ora, continuare a funzionare e a produrre energia – sottolinea Chisso – benchè siano ragionevoli le contrarietà non di oggi all’attività
di una simile centrale in un luogo tanto delicato e ambientalmente pregevole. Opporsi alla conversione al carbone, da utilizzare in luogo dell’STZ, che già era un miglioramento rispetto
al precedente olio combustibile ad alto tenore di zolfo, significherebbe mantenere le cose come sono, con gli attuali livelli di inquinamento più alti di quelli che l’impianto a carbone
potrebbe produrre.
Circa le manovre in corso per una conversione al metano – aggiunge Chisso – temo stia serpeggiando qualcosa che nessuno dice, per convenienza o impossibilità, e purtroppo a pensar male
si rischia di peccare, ma quasi sempre ci si azzecca. Si allungherà la vita della centrale? E dove mai si prenderà il metano? Dalla Russia? Dal Nord Africa? Dai rigassificatori?
In fondo, nel sottosuolo polesano e adriatico ce nè così tanto. Non vorrei insomma – conclude l’assessore – che alla fine riprenda corpo l’ipotesi di riaprire i pozzi metaniferi
al largo del Delta del Po, sui quali noi come Regione, assieme a tutta la comunità polesana, con ottime motivazioni abbiamo già mandato a quel paese la lobby dell’ENI».