UnionAlimentari critica l'iniziativa «stop ai prezzi»
16 Ottobre 2007
L’iniziativa “Stop ai prezzi” della Regione Lombardia? Un’operazione di facciata, nonché un sicuro danno nei confronti della piccola e media industria alimentare che è a reale
rischio di chiusura per cause di respiro internazionale. “Come al solito si esalta l’immagine dei politici e di chi ha più forza contrattuale nella filiera, a discapito di chi produce
e deve garantire la qualità dei prodotti“. È questa, in sintesi, la posizione di UnionAlimentari-Confapi (Unione Nazionale della Piccola e Media Industria Alimentare) nei
confronti del progetto “Stop ai prezzi” promosso dalla Regione Lombardia in accordo con la Distribuzione.
“Noi, piccoli e medi produttori, non eravamo al corrente dell’iniziativa e da oggi ci troveremo a competere con nuovi primo-prezzo. A meno che il blocco riguardi le nostre marche, a nostra
insaputa. Questo significherebbe rasentare lo statuto di “vendita sottocosto”, con tanti saluti all’immagine della salvaguardia delle nostre produzioni di qualità”, dichiara Renato
Bonaglia, Presidente Nazionale di UnionAlimentari.
L’iniziativa serve per tutelare i consumatori ed evitare rincari: “A livello locale non si è ancora compreso che il problema non è speculativo ed è, invece, dovuto ad
aumenti di prezzo, a monte, delle materie prime, che in talune filiere incidono enormemente sul costo del prodotto finito. Si è consigliato ai produttori di tagliare le spese di
marketing per contenere i costi: peccato che le piccole e medie industrie investano solo l’1-2% in tale attività”.
“Come sempre il paladino sociale è l’ultimo attore della filiera alimentare e la Regione Lombardia sembra assecondarlo senza approfondire le questioni di fondo. Noi, piccoli e medi
produttori, rimaniamo esclusi in questa “sinergia tra pubblico-privato” che veste i toni di una buona strategia di marketing. Anche politico”.
Un’azione analoga al cd. “paniere da 29 euro” sostenuta dal Comune di Roma che, dal 13 ottobre all’8 dicembre, consentirà alle famiglie romane di acquistare 18 prodotti a prezzo bloccato
in molti supermercati della città: “Ad essere ridotta sarà la libertà di scelta dei consumatori più che il costo per la spesa, visto che il blocco prezzi
riguarderà alcuni prodotti e sarà attuato solo in determinati punti distributivi”.
La vera domanda è: “Come si garantirà l’annunciata stabilità dei prezzi? Attraverso mancati margini della distribuzione o piuttosto imponendo all’industria di non
trasferire gli aumenti delle materie prime sul prezzo finale come finora è successo? In questo secondo caso, quali prodotti arriveranno sugli scaffali?”
A fronte di tale situazione UnionAlimentari chiede al Presidente Formigoni di indire un Tavolo di confronto con la piccola e media industria alimentare, per ascoltare le sue problematiche e il
suo punto di vista. Auspica, inoltre, l’adozione di misure per contenere, a monte, i rincari delle materie prime. Altrimenti l’80% della piccola e media industria scomparirà. Lo ricorda
una recente indagine Ismea”.