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Rifiuti urbani nella Tuscia, giovedì il convegno di Ambientarti

By Redazione

Viterbo, 9 Novembre 2007 – “I rifiuti urbani nella nostra provincia: quale prospettiva?” è il titolo del convegno – dibattito che si è tenuto ieri a Palazzo Doria
Pamphilj, nell’ambito del cartellone di Ambientarti, la manifestazione voluta e organizzata dalla Provincia di Viterbo e dalla Regione Lazio.

Al convegno, che è stato aperto dalla relazione dell’assessore all’Ambiente Tolmino Piazzai, hanno partecipato molti esperti della materia tra cui Dario Baldini della società
Area, Luca Fegatelli della Regione Lazio, Andrea Sbandati di Federambiente e Aurelio Colucci esperto di raccolta differenziata. Sono intervenuti nel dibattito anche il capogruppo dell’Ulivo
alla Pisana, Giuseppe Parroncini, e il sindaco di Viterbo, Giancarlo Gabbianelli.

Tema dell’iniziativa, i rifiuti solidi urbani e il piano degli interventi di emergenza nel Lazio. “Questo incontro – afferma l’assessore Piazzai – è importante perché è
necessario fare il punto dopo l’approvazione del piano commissariale dei rifiuti redatto dalla Regione Lazio. Dopo anni in cui le competenze, soprattutto quelle che riguardano lo smaltimento,
erano precluse agli enti locali è doveroso recuperare un protagonismo responsabile. Serve innanzitutto uno sforzo tra le componenti politiche e sociali sulle questioni che riguardano i
processi.”

Nel periodo dal 1999-2007, per quanto concerne i rifiuti, non c’è stata incisione sulle scelte. “E’ quindi – continua Piazzai – l’ora delle svolte. Il futuro passa attraverso snodi
cardine. La Provincia di Viterbo ha istituito un Osservatorio sui rifiuti per analizzare la situazione e per fornire supporto ai Comuni, e indicherà un’autorità d’ambito,
necessaria per la programmazione e la gestione del sistema sul nostro territorio”.

La situazione della Tuscia su questo aspetto rimane d’emergenza. “Il 28 maggio scorso ho inviato una lettera al commissario straordinario Marrazzo e al subcommissario La Porta in cui illustravo
tutte le problematiche della nostra provincia e facevo richiesta di un tavolo di confronto. Purtroppo da quella data non è successo niente. Fino a che il 18 ottobre non è stato
approvato il piano emergenziale. Come ho ribadito spesso secondo noi quel prospetto non dà risposte alle emergenze. Sono due i principali problemi che rimangono irrisolti: l’esaurimento
a cui sta andando incontro la discarica di Monterazzano e cosa succederà nel futuro”.

La Provincia per superare l’emergenza di Monterazzano aveva chiesto che fossero allontanati i rifiuti provenienti da Rieti e che il cdr fosse smaltito nell’impianto di termovalorizzazione di
Colleferro. “Questo – continua Piazzai – ci avrebbe concesso più tempo per affrontare le problematiche. Il piano in questione, vale la pena ricordarlo, non è quello definitivo, ma
indica la rotta futura per chiudere il ciclo dei rifiuti nel Lazio”.

Dai dati raccolti nel 2006, la Tuscia produce 135 mila tonnelle di rsu, 15 mila di ingombranti e 13 mila tonnellate (pari all’8,1%) di rifiuti smaltiti con la raccolta differenziata. “A queste
150mila tonnellate (somma rsu e ingombranti) vanno aggiunte le circa 70 mila tonnellate di rifiuti provenienti da Rieti. Dobbiamo quindi aprire una discussione per arrivare a una soluzione
condivisa nell’interesse generale. Che contempli anche scelte impiantistiche. Il ciclo dei rifiuti va chiuso. Serve quindi aumentare il dato sulla raccolta differenziata e fare delle scelte
responsabili. Servono soluzioni a breve tempo”.

Durante il convegno sono state elencate anche tutte le possibili scelte per affrontare l’emergenza. Prima passo sarà quindi quello di aumentare la percentuale della raccolta
differenziata, ancora a livelli insoddisfacenti, e adeguarla agli obiettivi stabiliti per legge. E’ stato inoltre affrontato anche l’assetto impiantistico. Attualmente il piano regionale
d’emergenza prevede 4 impianti per otto linee di termovalorizzazione. Due linee per ogni impianto. Il piano lascia comunque anche spazio ad altre tecnologie innovative su cui potrebbe inserirsi
il Viterbese.

“Il ciclo dei rifiuti – conclude l’assessore Piazzai – va chiuso. C’è un obbligo di legge e le opzioni sono diverse. Ora è necessario verificare il percorso e scegliere la
soluzione più idonea”.

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