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Richmac: crescono le applicazioni delle biotecnologie bianche in Italia

By Redazione

Milano, 3 ottobre 2007 – Il presente ed il futuro delle biotecnologie per l’energia, la chimica e le energie rinnovabili, questi, in sintesi, i principali temi della sessione ”Le
biotecnologie industriali in Italia”, che si è tenuta oggi a Milano nell’ambito di RICHMAC 2007. Il convegno è stato promosso da Assobiotec, l’Associazione nazionale per lo
sviluppo delle biotecnologie, che fa parte di Federchimica, dal Prof. Danilo Porro, Dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze – Università degli Studi di Milano-Bicocca, dal Prof. Fabio
Fava, Alma Mater Studiorum-Università di Bologna, e da istituzioni e ricercatori che aderiscono alla Sezione “Biotecnologie Industriali ed Ambientali” della Piattaforma Tecnologica
nazionale per la Chimica Sostenibile IT-SusChem.

Le biotecnologie industriali, anche conosciute come biotecnologie bianche, consentono la produzione di una gamma molto ampia di fine chemicals di interesse farmaceutico ed alimentare unitamente
a quella di alcuni bulk chemicals, come biocombustibili e biopolimeri, di interesse strategico per la moderna industria chimica, automobilistica, della plastica, tessile e cartacea. Oltre
all’elevata specificità e selettività di processo, le applicazioni delle biotecnologie in questo ambito possono garantire produzioni convenzionali ed innovative attraverso
processi più sostenibili (dal punto di vista economico, ambientale e sociale) di quelli convenzionali.

”Questo comparto sta acquisendo una crescente rilevanza strategica per il nostro Paese: seppur in ritardo rispetto ai principali paesi industrializzati, la nostra industria ricorre infatti
sempre con maggior frequenza alle soluzioni offerte dalla ricerca più innovativa. Tanto è vero che anche il numero di aziende attive in questo settore ha registrato, nell’ultimo
anno, una crescita del 50%, passando da 17, nel 2005, a 26” ha commentato Leonardo Vingiani, Direttore di Assobiotec, nel corso dei lavori.

Aggiunge Fabio Fava “Le biotecnologie bianche offrono strumenti e prodotti in grado di garantire un aumento importante della sostenibilità e della competitività dell’attuale
industria chimica, sia europea che italiana. Tuttavia un proficuo trasferimento di strumenti, strategie e prodotti delle biotecnologie all’interno dell’attuale industria chimica richiede la
creazione di nuove competenze e, soprattutto, un modo nuovo di pianificare la ricerca industriale, azione che deve essere guidata dall’industria ma fondata sulla scienza e la conoscenza
(perchè possa essere innovativa) e condivisa con la società e le associazioni scientifiche, ambientaliste ecc. che le rappresentano”.

Conclude Fava ”Per favorire questo processo molto complesso è stata promossa la piattaforma europea sulla chimica

sostenibile(SusChem) e, con la stessa struttura e obiettivi, quella Italiana IT SusChem. All’interno di queste piattaforme lavorano gruppi di esperti dell’industria, dell’accademia, di enti di
ricerca ed associazioni, al fine di individuare strategie di ricerca e sviluppo innovative che possano rafforzare i settori principali dell’industria chimica e della biotecnologia industriale
favorendo una loro proficua integrazione”.

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