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Piemonte, i formaggi sono l’asso nella manica

Piemonte, i formaggi sono l’asso nella manica

By Redazione

Dodici miliardi di euro l’anno, il peso di una manovra finanziaria.

L’agroalimentare del Piemonte è di altissimo livello: tra i tanti prodotti, i formaggi sono in prima fila.

A parlare, i freddi numeri. Nove DOP, di cui sei esclusive della regione: Bra, Castelmagno, Murazzano, Raschera, Robiola di Roccaverano e Toma Piemontese. Dietro, una macchina da guerra che nel
solo 2011 ha prodotto 2.845 tonnellate di prodotto, con un volume d’affari di 40 milioni di Euro.

Dietro tutto, l’Assopiemonte DOP & IGP capace di far convivere 67.000 aziende agricole, 200 cooperative agricole, 6.000 aziende agroindustriali e 4.000 artigianali.

Tuttavia, non è il momento di riposare sugli allori. Come ricorda l’assessore Claudio Sacchetto, ” Il settore agroalimentare, e quello lattiero-caseario in particolare, attraversano una
fase delicata, in cui si deve continuare ad investire”.

Perciò, spiega Gianni Siccardi, di Assopiemonte, in agenda ci sono iniziative di valorizzazione del top, momenti di degustazione e d’intrattenimento, per fondere turismo ed alimentare.

Ed, in tale ambito, alcuni formaggi sono più importanti di altri.

Il Murazzano DOP nasce dal latte di pecora, una pasta di colore bianco, morbido, il cui sapore delicato ricorda il latte degli ovini. Secondo la storia, il suo sapore piegò anche il
diavolo, che non seppe resistere e lo assaggiò. Sconfitto dal sapore, divenne un pochino più buono.

Dalla provincia di Cuneo arriva il Bra DOP. Secondo le regole, può nascere in tutta la provincia di Cuneo, compreso il comune di Villafranca Piemonte.

Per chiudere il Castelmagno DOP. Detto il re dei formaggi, vanta ammiratori come la Casa dei Savoia ed i pontefici di Avignone. A pasta friabile, vanta una gamma di colori: dal bianco all’ocra,
al blu, a seconda dell’alimentazione delle vacche e dei metodi di stagionatura.

Matteo Clerici

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