Per una menopausa informata
30 Aprile 2008
Migliorare la qualità della vita, abbattere i costi a carico del servizio sanitario nazionale, e, soprattutto, favorire una scelta libera e consapevole da parte delle donne, ancora oggi
sulla menopausa s’incrociano tabù e scarsa informazione: troppo spesso liquidata come evento naturale e fisiologico, essa è invece una concausa di molte malattie invalidanti a
carico delle donne più anziane, dall’osteoporosi ai problemi cardiovascolari.
Patologie che, con un’adeguata prevenzione e un corretto stile di vita, potrebbero invece essere assai più contenute.
«Dalla fine dell’Ottocento a oggi, l’aspettativa di vita della donna dopo la menopausa è passata da 15, 20 anni a oltre 34», osserva Silvia Maffei, dell’Istituto di
fisiologia clinica (Ifc) del Cnr di Pisa e responsabile di Endocrinologia cardiovascolare ginecologica della Fondazione ‘Monasterio’. «In pratica, le donne in menopausa hanno davanti una
seconda vita: che debbono poter affrontare con il supporto di informazioni mediche semplici ma accurate. Secondo recenti indagini, la percezione che hanno le donne delle principali cause di
morte in postmenopausa è lontanissima dalla realtà: oltre il 60 per cento del campione intervistato individua nel cancro la patologia più rischiosa, quando in realtà
esso è responsabile di meno del 20 per cento dei decessi. Assolutamente trascurato, invece, il rischio cardiovascolare: percepito solamente dal 7 per cento del campione, ma responsabile,
direttamente o indirettamente, del 44 per cento delle morti».
Per tentare di colmare le lacune informative sui problemi della menopausa, la dottoressa Maffei ha offerto il proprio contributo alla campagna promossa dalla Commissione pari opportunità
della Provincia di Livorno, che nei giorni scorsi ha chiamato a raccolta le principali esperte nazionali del settore: il materiale informativo è disponibile sui siti Internet http://www.manidistrega.it e www.salutedonne.eu . «Alimentazione e stile di vita non
costano nulla», aggiunge Maffei, «eppure sono i principali strumenti della prevenzione. Gli sviluppi delle ricerche mediche incoraggiano anche il ricorso alla terapia ormonale
sostitutiva in postmenopausa. Lo studio Whi (Women’s Health Initiative), che per anni ha terrorizzato le donne sul ricorso a tale terapia, è stato più volte rivisto e adeguato:
oggi i medici specializzati sono in grado di formulare con chiarezza le indicazioni per la terapia ormonale e somministrare dosaggi ‘personalizzati’ sulle esigenze di molte pazienti».