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Parchi Abruzzo, Del Turco: «necessario rapporto più forte con gente»

By Redazione

Pescasseroli, 19 ottobre 2007 – Il Parco del XXI secolo «deve partire da un rapporto più profondo e confidente con la gente che vive nel Parco stesso» lo ha detto il
presidente della Regione, Ottaviano Del Turco, nel suo intervento di saluto al convengo internazionale «Un Parco per il XXI secolo – dal modello ai modelli, alle reti», organizzato
dal Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e in corso di svolgimento a Pescasseroli.

Nel suo intervento il presidente Del Turco ha ribadito la «necessità di rendere più forte e soprattutto confidente il rapporto tra l’autorità del Parco e la gente, in
modo da cancellare le conflittualità e far comprendere alla gente che un territorio protetto è un territorio dove tutti possono esercitare i diritti riconosciuti».

Secondo Del Turco sono diversi gli elementi che avvicinano Parco e gente. «A cominciare dalla riduzione dei membri del consiglio direttivo dell’Ente -ha detto – in modo da render
più snello il modello amministrativo del Parco e da configurare meglio le responsabilità che sono in capo ad un organo direttivo».

Altro elemento non secondario «è la cancellazione di qualsiasi forma di commissariamento, che nella testa della gente rende ancora più forte il sentimento di
precarietà che mina il rapporto di fiducia». In questo senso, nel suo intervento, Del Turco ha detto che «è giunto il momento di definire gli organi amministrativi del
Parco Gran Sasso-Monti della Laga».

Ma soprattutto il presidente della Regione ha insistito, rivolgendosi ai presidenti dei Parchi, sulla necessità «di dare alla gente un chiaro segnale di normalizzazione cercando di
uniformare le decisioni dei diversi Enti.

Mi è stato detto – ha aggiunto – che ogni parco ha le sue peculiarità, le sue caratteristiche, i suoi problemi, ma questo non esclude una stessa ratio su provvedimenti che
investono la gente. Decisioni poco omogenee su territori che molte volte sono confinanti, introducono elementi di forte diffidenza che proprio il nuovo modello di Parco del XXI secolo deve
contrastare».

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