L'Italia sempre più come i Tropici
8 Febbraio 2007
Senza piogge e neve e con la colonnina di mercurio in salita gli agricoltori vanno incontro a grandi problemi: aumentano le malerbe e le difficoltà per contrastare le infezioni alle
piante. I “funghi” possono distruggere molta della produzione di ortaggi, vite e frutta. E per la prossima estate rischia di incombere la “piaga” delle cavallette.
Il cambiamento del clima rischia di provocare veri e propri stravolgimenti per l’agricoltura italiana. I primi effetti si cominciano già a far sentire. La scarsità di
precipitazioni piovose e soprattutto nevose e le alte temperature, assolutamente anomale per il periodo autunnale e invernale, hanno causato una migrazione degli insetti e accresciuto i
parassiti. Così aumentano le malerbe e le difficoltà, per gli agricoltori, di contrastare le infezioni alle piante. Soprattutto la permanenza di particolari “funghi”
sulle piante, sempre più stressate dalla carenza idrica, possono determinare pesantissimi danni. Le più colpite sono le produzioni di ortaggi, di vite e di frutta. Non basta. Per
la prossima estate rischia di incombere anche la “piaga” delle cavallette. A sottolinearlo è la Cia-Confederazione italiana agricoltori per preoccupata per la situazione che
si sta determinando e iper i riflessi che ha e avrà nelle campagne.
Un’Italia, quindi, che assomiglia sempre più ai Tropici. L’anomalo clima temperato per questa stagione, che, invece, dovrebbe registrare nevicate e freddo, e la pesante
umidità favoriscono -afferma la Cia- la crescita di fenomeni fitosanitari sia sulle piante che sui frutti. Ad esempio, si registrano afidi sul grano, mai arrivati così presto e,
pertanto, difficili da combattere. E’ segnalata anche la presenza della tignola della patata nel Centro e Nord Italia, in aree che finora non erano mai state attaccate da questo
insetto.
Insomma, le variazioni del clima -evidenzia la Cia- influenzano anche il ciclo biologico degli insetti, dei funghi, batteri e virus e in qualche modo concorrono a modificare il rapporto
antagonista con le piante. Infatti, i fattori pedo-climatici, allorquando determinano condizioni contrarie al normale sviluppo della pianta, sono causa di disturbi (fisiopatie), che favoriscono
l’insorgere di patologie. Le fisiopatie sono il risultato di esiti anormali di temperatura, illuminazione, di umidità del terreno e dell’atmosfera, degli effetti
traumatizzanti delle grandinate e delle lesioni prodotte da agenti meteorici o da fattori abiotici occasionali.
Gli effetti provocati non risultano tanto trascurabili. Sta di fatto che alberi da frutta (pesche, albicocche), colture di angurie e meloni, ortaggi (pomodori, zucchine, melanzane) e
soprattutto piante di vite, se aggrediti da questi “funghi”, possono entro breve tempo perdere completamente il frutto.
La Cia evidenzia, infatti, che il clima siccitoso, accompagnato da un elevato tasso di umidità nell’aria, determina condizioni favorevoli all’insorgenza di fitopatologie,
quali l’oidio e la peronospora. Ma anche altri tipi di parassiti hanno fatto la loro comparsa, accrescendo i problemi per gli agricoltori che sono già alle prese con una situazione
che si fa sempre più complessa.
E le conseguenze di tutto ciò rappresentano un ulteriore colpo ad una agricoltura che fa i conti con una crisi strutturale persistente e con i redditi dei produttori in continuo
calo.
I pericoli di nuovi danni non vengono solo dal crescere di fenomeni fitosanitari. Incombe minacciosa, per la prossima stagione estiva, anche la “piaga” delle cavallette che, spinte
dal caldo, possono spostarsi dai paesi del Nord Africa verso alcune zone del Paese. Un fenomeno che già si è verificato in passato. Basti ricordare i casi della Puglia e della
Sardegna, dove sono stati completamente distrutti campi coltivati.