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L'Assessore Taricco sul piano controlli vino e «fascette»

By Redazione

Torino – Sono con la presente ad esprimere alcune considerazioni in merito al dibattito, che in queste settimane sta animando riunioni ufficiali, piazze e pagine dei giornali,
relativamente all’applicazione del Piano dei Controlli per i vini a Denominazione di Origine in Piemonte e le relative «fascette».

Voglio innanzitutto chiarire che detto piano verrà attivato su tutto il territorio nazionale per tutti i vini a Denominazione di Origine, in virtù del Decreto Ministeriale 29
marzo 2007 che tende a garantire ai consumatori che il vino che viene loro presentato come DOC e DOCG, lo è realmente e che ciò è dimostrabile in modo trasparente.

Della necessità di addivenire a una certificazione, tramite una fascetta, dell’avvenuto processo di controllo si discuteva da anni e una precedente normativa ministeriale aveva stabilito
che tale certificazione fosse compito precipuo ed esclusivo dei Consorzi di tutela delle Denominazioni d’Origine. Contro tale decisione c’era stata, negli anni passati, una forte opposizione di
tanti produttori che avevano chiesto la non obbligatorietà e la non esclusività della gestione da parte di detti Consorzi.
La Regione Piemonte è stata impegnata in prima linea nel lavoro di modifica del Decreto Ministeriale e il nuovo DM ha creato i presupposti per una gestione all’interno di un accordo di
collaborazione tra gli enti (Regione, Province, Camere di Commercio e Consorzi), che vede proprio qui in Piemonte la sua prima sperimentazione pratica.

Ho partecipato, negli scorsi giorni, ad uno degli incontri di presentazione di detta modalità gestionale del Piano dei Controlli, da parte del Consorzio per la tutela del Barolo,
Barbaresco, Alba Langhe e Roero ed ho colto, tra gli interventi del pubblico, alcune preoccupazioni relativamente alla opportunità e alla utilità di un simile sistema di
controllo, nonchè la preoccupazione che da questo sistema derivi un eccesso di burocrazia e un aumento di costi diretti ed indiretti per le aziende.
Sulla opportunità mi permetto di dire che oggi questa scelta è stata fatta e normata, ma soprattutto che questa scelta deriva dalla richiesta espressa da tantissimi produttori,
alla luce dei risultati che il Piano dei Controlli e le relative fascette hanno dato sinora alle Denominazioni alle quali sono stati applicati. L’esperienza stessa dell’Arneis e di molti altri
vini è lì a testimoniare le potenzialità per il comparto.
Credo che sul percorso su cui il Piemonte si è incamminato, non sia in discussione in questo momento il «se», casomai è necessaria una riflessione e una
disponibilità costante a ragionare sul «come».

Ho già avuto occasione di esprimere ai rappresentanti del consorzio la necessità di un avvio di questo processo che verifichi nei fatti tutte le possibilità di
semplificazione, in un quadro di garanzia e trasparenza delle procedure.
Credo anche sia necessario, in questa fase, da parte di tutti gli Enti coinvolti e di tutte le aziende che saranno interessate, una grande disponibilità alla collaborazione.
Il mondo del vino e i territori del vino piemontese potranno trarre grande vantaggio da una positiva gestione di questa scommessa, che permetterà alle molte aziende che lavorano
seriamente e che fanno qualità, di rafforzare il legame con i consumatori.
Nel quadro di competizione globale non sarà poca cosa poterlo fare e grazie anche a questi strumenti, farlo crescere.

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