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L'assenza di una proteina all'origine dell'infertilità maschile

By Redazione

Nuove speranze per curare l’infertilità maschile arrivano dagli Stati Uniti, gli spermatozoi che penetrano in un ovulo devono essere prima compressi in una pallina compatta, al fine di
compiere la loro azione di inseminazione. Un gruppo di ricercatori dell’Università della Nord Carolina, coordinato da Yi Zhang, ha scoperto una proteina che sarebbe alla base
dell'”impacchettamento” del Dna negli spermatozoi, così che, compresso fittamente, sia in grado di trapassare lo strato più esterno dell’ovulo durante la fertilizzazione.

Gli studi condotti sui topi hanno mostrato che se questa proteina chiave è assente, il Dna non può essere compresso e gli spermatozoi a loro volta non possono penetrare l’ovulo.
Questa – secondo i ricercatori americani – potrebbe essere una delle cause dell’infertilità maschile.

I risultati della ricerca sono stati anticipati dall’edizione on line della prestigiosa rivista Nature. Nei loro esperimenti, Zhang e i suoi colleghi hanno analizzato la funzione
dell’enzima Jhdm2a, che è un istone demetilasi. Quando Jhdm2a veniva messo fuori combattimento nei topi, lo sperma non maturava in modo appropriato. E a un esame più attento, gli
scienziati hanno scoperto che il materiale genetico, nello sperma immaturo dei topi messi fuori combattimento, non condensava normalmente, una condizione indispensabile affinché la
fertilizzazione abbia successo. Secondo Zhang, “farmaci che agiscono su Jhdm2a potrebbero avere un uso clinico anche per gli uomini, intervenendo in alcuni casi di infertilità maschile”.

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