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La Regione Umbria più vicina alle donne contro la violenza e abusi

By Redazione

Perugia – Agire sulla prevenzione e la sensibilizzazione della comunità per evitare l’irreparabile: è in sintesi il senso del progetto «Mai Più
violenze» attivato dalla Regione Umbria per contrastare il fenomeno del maltrattamento e degli abusi sessuale e fisici sulle donne.

L’iniziativa promossa dall’assessorato regionale alle politiche sociali è tra le prime in Italia a sperimentare un nuovo modello di intervento per fronteggiare situazioni drammatiche che
colpiscono le donne non solo fuori, ma anche tra le mura domestiche.

In Umbria negli ultimi 12 mesi il 6,4 per cento delle donne ha subito violenza fisica o sessuale, il 6,9 per cento di tali violenze è stato commesso dal partner mentre il 14,5 per cento
dall’ex partner. Secondo l’Istat (dati aggiornati al 2006) sempre in Umbria il 28,6 per cento delle donne di età compresa tra i 16 e 70 anni ha nel corso della propria vita subito
violenza fisica o sessuale, mentre tra il 2003 e il 2006 il servizio Telefono Donna del Centro per le Pari Opportunità della Regione Umbria ha accolto 918 richieste di sostegno di cui il
49 per cento era legato ad abusi e maltrattamenti commessi dai mariti.
«E’ cosa nota – ha detto l’assessore regionale alle politiche sociali e abitative, Damiano Stufara – che molte violenze non sono denunciate, in particolare quelle psicologiche di cui
talvolta le donne non sono neanche del tutto consapevoli. Per sviluppare azioni efficaci in termini di prevenzione e contrasto, è essenziale che si crei una reale integrazione e una
collaborazione fra una pluralità di attori, sia istituzionali che sociali. E’ questo – ha riferito – il valore aggiunto di un progetto che è stato elaborato, sotto il mio
coordinamento e dell’assessorato alle politiche sociali, da numerosi partner istituzionali e del privato sociale».

«Ancora oggi – ha proseguito l’assessore – nella nostra regione la percezione del fenomeno oscilla tra la poca consapevolezza e le comprensibile paure suscitate dai delitti di Perugia e
Marsciano che, comunque, impongono alle istituzioni, ma anche ai singoli, alle associazioni e al privato sociale, di agire per costruire un modello di intervento partecipato che possa incidere
sui rapporti di genere. La costruzione di una rete di soggetti così vasta deve anche servire a far uscire dal silenzio le donne vittime di violenza fisica o psicologica».

Il progetto «Mai più violenze – Mille Azioni e Interventi Per Impedire Ulteriori violenze», presentato dalla Regione Umbria in qualità di capofila in seguito
all’avviso emanato dal Dipartimento delle Pari opportunità della Presidenza del Consiglio per il finanziamento di progetti finalizzati a rafforzare azioni di prevenzione e contrasto
della violenza di genere, è stato giudicato fra i tre migliori progetti presentati a livello nazionale e prevede un finanziamento complessivo di 232mila euro, di cui 150mila (quota
massima finanziabile) provenienti dal ministero e la restante parte dalla Regione, dalle Asl, dai Comuni e dalla Provincia di Perugia. L’iniziativa che conta su 36 partner, punta alla
sperimentazione di azioni di sistema su scala regionale finalizzate da un lato alla costruzione e al rafforzamento di una rete di servizi per attivare metodologie condivise di prevenzione,
contrasto e intervento, dall’altro a far emergere il fenomeno della violenza di genere con particolare riferimento alle sue dinamiche culturali.

Queste le azioni: l’attivazione di un tavolo di confronto e di studio con lo scopo di concordare un programma, la mappatura dei servizi esistenti, l’attivazione di seminari di studio e
approfondimento per gli addetti ai lavori sui temi della violenza di genere, la creazione della cosiddetta «Rete delle Reti» contro la violenza che prevede la promozione e
implementazione a partire dagli uffici della Cittadinanza, della pratica del lavoro sociale di rete, sensibilizzazione attraverso campagne di comunicazione rivolte a alla cittadini per mettere
in risalto la portata del fenomeno e far conoscere a tutte le donne i servizi esistenti.
Un capitolo a parte è dedicato alla prevenzione che prevede in alcune scuole superiori della provincia di Terni la realizzazione di una ricerca sulle culture di genere finalizzata a
conoscere i diversi punti di osservazione – quello maschile e quello femminile – così come li vedono i ragazzi e le ragazze nel contesto sociale e culturale in cui vivono. Sono previste
anche azioni pilota di ricerca-intervento sulla violenza di genere e sulla prevenzione, rivolte ai ragazzi e alle ragazze che frequentano centri di aggregazione giovanili che saranno
individuati nel territorio regionale, inoltre verranno promossi e implementati i gruppi di auto mutuo aiuto di donne già esistenti e attraverso i quali le donne sperimenteranno relazioni
basate sul senso di solidarietà e sulla stima.

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