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Il Welfare del nuovo Ministro del Lavoro

By Redazione

“Liberare il lavoro: lavorare, guadagnare, crescere in una società attiva”. Questo è il titolo del programma sul Welfare che il nuovo Ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, ha
presentato per illustrare il quale direzione si muoverà l’azione del nuovo Governo.
Il primo punto, secondo Sacconi, è la necessità di liberare il lavoro italiano dalla concorrenza sleale, inserendo il “diritto alla libera associazione sindacale ed il rifiuto del
lavoro forzato e di quello minorile” negli accordi di libero scambio.
Sacconi, dunque, ha evidenziato la necessità di combattere il dramma degli incidenti sul lavoro, adeguando il Ministero e gli enti previdenziali in modo che possano rendersi promotori
della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro.
A tal fine, secondo Sacconi, è necessario “sostituire l’approccio burocratico per regole e adempimenti con quello per obiettivi”, “trasferendo le competenze dalle Regioni allo Stato ed i
controlli ispettivi dalle Asl ai servizi centrali” e facendo di Inail ed Ispesl un unico superente.
Allo stesso modo, Sacconi ha evidenziato l’importanza di istituire “un sistema di rilevazione condiviso da Stato, Regioni e parti sociali” che instauri un sistema premiante di abbassamento dei
premi per le imprese virtuose ed “incentivando la gestione condivisa della sicurezza da parte dei datori di lavoro e dei lavoratori”.
Il nuovo programma sul Welfare affronta anche il problema del “fisco ingiusto”, indicando tre strade da percorrere:
“- Sottrarre alla progressività del prelievo fiscale tutte le parti variabili del salario collegate al lavoro straordinario, ai risultati e alla produttività – incluse le
gratifiche di metà e fine anno – attraverso una tassazione agevolata, secca e definitiva del 10%;
– Ripartire il reddito da lavoro su tutti i familiari a carico in modo da sostenere il nucleo numeroso;
– Ridurre e rimodulare le aliquote delle imposte sui redditi;
– Ampliare ed estendere le detrazioni fiscali per l’educazione dei figli, la protezione dei non autosufficienti, la sanità e la previdenza complementare;
– Ridurre il prelievo contributivo per l’assicurazione contro gli infortuni e per gli ammortizzatori sociali in proporzione alle prestazioni dei diversi settori”.
Sacconi ha quindi analizzato il mercato del lavoro, evidenziando alcuni obiettivi cruciali da perseguire:
“- incremento di almeno 5 punti percentuali dei tassi di occupazione femminile
– incremento di almeno 5 punti percentuali dei tassi di occupazione degli over 50
– riduzione di almeno 5 punti percentuali dei tassi di disoccupazione dei giovani e dei gruppi a rischio di esclusione sociale
– riduzione di almeno 5 punti percentuali dei tassi di lavoro nero
– realizzazione di misure di orientamento e riqualificazione su almeno l’80 per cento degli utenti dei servizi per l’impiego
– incremento di almeno 5 punti percentuali delle persone che trovano una occupazione per il tramite dei servizi per l’impiego
– raddoppio della quota di lavoratori beneficiari delle attività di formazione continua
– decremento di almeno 300 unità all’anno degli infortuni mortali
– riduzione del 50% della percentuale di lavoratori in attesa di contratto
– incremento del 20% del tasso di mobilità sociale
– incremento medio di 200 euro della retribuzione netta dei livelli di riferimento contrattuale degli operai e degli impiegati”.
Grande soddisfazione per il programma di Sacconi è stata espressa dalla presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro, che ha approvato sia il testo del
documento che il nuovo Ministro, definendolo come “un tecnico di grande esperienza e capacità con cui la categoria dei consulenti del lavoro ha sempre lavorato in grande sintonia e con
reciproca soddisfazione”.

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