Fiorenzo Ascolese vince la X edizione di Re Panettone: miglior panettone tradizionale prodotto artigianalmente

5 Dicembre 2017
Il miglior panettone tradizionale prodotto artigianalmente è quello di Fiorenzo Ascolese, di San Vincenzo Torio, cittadina della provincia di Salerno, che a Milano, alla X edizione di Re Panettone, ha presentato il “panettone milanese” dei “Fratelli Ascolesi, fornai per passione”.
A seguirlo, un altro campano, Vincenzo Mennella di Torre del Greco.Per il miglior “lievitato innovativo”, praticamente i panettoni farciti di altri prodotti diversi da uvetta e canditi, bisogna partire dalla Liguria e precisamente da Massimo Ferrante di Campomorone, vicino Genova, che nella classifica finale, ha preceduto il bolognese Luca Pozzetto della pasticceria Beverara di Castel Maggiore, Claudio Marcozzi, della pasticceria Picchio di Loreto e Alessandro Marra dell’omonima pasticceria di Cantù. Questo è quanto deciso dalla giuria di esperti chiamati a scegliere i due vincitori del Premio PanGiuso, ideato da Giuso, noto produttore di canditi.
A prescindere dai premi assegnati in concorsi generalmente proposti da aziende che forniscono materie prime alle pasticcerie e che, però, chiamano sempre gli esperti a fare parte della giuria, il dato più importante di Re Panettone, manifestazione ideata dieci anni fa da Stanislao Porzio, un esperto di marketing, è la sua vivacità, la capacità di scovare in tutta Italia i migliori maestri-pasticceri che producono artigianalmente panettoni veramente sublimi.
Quest’anno Porzio ne ha selezionati 45 di artigiani, provenienti da 13 regioni (in testa la Lombardia con 10 presenze, seguita dalla Campania con 9, poi le Marche con 4 e via via le altre regioni), per mostrare ai milanesi come può essere interpretato, nel resto d’Italia, il loro tradizionale dolce natalizio, mettendo accanto grandi maestri-pasticceri presenti sin dalla prima edizione dell’evento.
Come Achille Zoia della Boutique del Dolce di Concorezzo e Mauro Morandin dell’omonima pasticceria di Saint Vincent, nonché famose pasticcerie milanesi come Cucchi, Clivati (appena riaperta dopo uno spaventoso incendio) e Martesana o le novità di Antonio Daloiso di Barletta e Sebastiano Caridi di Faenza, vincitori del format tv “Il più grande pasticciere”.
Quello che si è visto a Re Panettone, è stata una bella e sana gara fra 45 maestri-pasticceri nel cercare di conquistare, con le loro tante declinazioni del panettone, il palato dei milanesi e non solo loro, perché nella suggestiva Fabbrica (dismessa) di via Orobia che ha scelto Porzio per la decima edizione di Re Panettone, si sono visti anche appassionati e buongustai provenienti da fuori città ed oltre.
Tant’è che la prima giornata dell’evento è stata prolungata fino alle 2 di notte, diventando la prima “notte bianca del panettone”. Con gli stand che si svuotavano a mano a mano che i visitatori assaggiavano i panettoni e subito dopo li comperavano, al prezzo “politico” di 25 euro al chilo, come l’anno scorso.
Molti ne hanno approfittato per acquistarne diversi, di varie provenienza, magari per fare una sorta di raffronto fra le varie scuole diciamo di pensiero.
Il successo milanese di Re Panettone, ha suggerito a Porzio di esportare il format anche a Napoli, anche perché la Campania ormai sbanca a tutti i concorsi nazionali sul panettone.
Infine, la decima edizione meneghina è stata arricchita da una nuova iniziativa che sicuramente proietta Re Panettone oltre i due giorni dell’evento: la “certificazione Re Panettone”. Agli amanti del dolce milanese, infatti, sono stati garantiti prodotti freschi, naturali e artigianali non solo durante la manifestazione, ma tutto l’anno o almeno in tutto il periodo di presenza in negozio dei grandi lievitati – panettone, pandoro, ma anche colomba o altre specialità innovative – presso le sedi dei pasticcieri aderenti e online presso il sito dolceitaliano.it, partner di Re Panettone per l’operazione, che a breve conterrà una vetrina specificamente dedicata alla Certificazione.
L’elemento distintivo dei prodotti certificati tutto l’anno è un bollo con ologramma anticontraffazione, che certifica l’assenza di mono e digliceridi degli acidi grassi (E471). Partner di quest’iniziativa è un ente di controllo della massima autorevolezza, il DeFENS, Dipartimento di Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione, e l’Ambiente dell’Università degli Studi di Milano.
Maria Pizzillo
Newsfood.com