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Fini: «13 Aprile nuova festa della liberazione. Uniti si cambia l'Italia»

By Redazione

«Potremo intestare al Pdl di aver dato vita il 13 aprile ad una nuova stagione ma di liberazione» questo uno dei passaggi più significativi dell’intervento di Gianfranco Fini
nel corso della manifestazione elettorale al Palalido di Milano con il candidato premier del Pdl Silvio Berlusconi (foto di Enrico Para).

«Facciamo del 13 aprile la nuova festa della liberazione dall’utopia, dagli inganni e dai fallimenti della sinistra – continua Fini – e certamente ci sono le condizioni perché
tutto ciò accada e non perché lo dicono i sondaggi, ma perché gli italiani sanno fare il paragone di come stanno oggi e come stavano prima».

Alleanza Nazionale, spiega, «mette da parte il simbolo, ma non la sua storia. Abbiamo deciso di guardare al futuro». Fini parla di «rivoluzione conservatrice che ci impegniamo
a realizzare quando torneremo al governo». «L’Italia – prosegue – ha la possibilità di dar vita alla rivoluzione dei meriti. Quello che ci chiedono, dal Nord al Sud, è
una società in cui va avanti chi è bravo, chi si impegna».
«Uniti si governa, uniti si cambia l’Italia. Caro Silvio, caro presidente del Consiglio…». Così Fini conclude il suo discorso prima di dare la parola a Berlusconi.

Ecco di seguito, la versione ntegrale di uno dei passaggi più significativi dell’intervento di Fini:
«Essere italiani significa in particolare avvertire il dovere di aiutare i popoli che soffrono più del nostro. E’ in questi valori del Partito popolare europeo il senso di
appartenenza ad una comunità, l’identità, il grande valore rappresentato dalla libertà. Caro Silvio, non potevi scegliere riferimento più bello per questa avventura,
per questo partito, di quello di Popolo della libertà. Perché un uomo non è tale se non è libero. E la libertà non è soltanto l’assenza di una
coercizione, non si è liberi soltanto se si è in democrazia. Si è liberi quando in una democrazia si è nella condizione di esprimere ciò di cui si è
capaci, e l’Italia ha la grande necessità di dar vita a quella rivoluzione dei meriti, che in qualche modo è la stella polare del manifesto dei valori del Popolo della
Libertà. Proprio perchè crediamo nella libertà, proprio perché sappiamo che la democrazia è l’unico regime che può esaltare le libertà, proprio
perché sappiamo che l’uguaglianza non sarà mai nella utopia di tutti i socialismi che continuano a pensare che nascerà un giorno l’alba che vedrà gli uomini tutti
uguali nel punto di arrivo, proprio perché sappiamo che l’uguaglianza è valore soltanto se garanzia di partire alla pari, proprio perché sappiamo tutto ciò, sappiamo
altrettanto bene che l’uguaglianza è un valore se si garantisce di partire alla pari. Ma quel che chiedono in particolare i più giovani, gli italiani, i nostri fratelli del sud
è una società in cui va avanti chi se lo merita, chi è bravo, chi lavora, chi si impegna, chi studia, chi rappresenta la certezza di avere una fiducia nel futuro. Questo
sarà possibile soltanto con i valori del Popolo della libertà e con quella moderna rivoluzione conservatrice che ci impegniamo a realizzare quando torneremo al governo».

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