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Deregolamentare parte del mercato della banda larga nel Regno Unito

By Redazione

La Commissione ha approvato oggi la proposta di Ofcom (l’ente di regolamentazione delle telecomunicazioni del Regno Unito) di deregolamentare il mercato all’ingrosso della banda larga in alcune
aree del paese, che coprono all’incirca il 65% delle abitazioni e delle imprese.

Per la prima volta un ente nazionale di regolamentazione delle telecomunicazioni nell’UE individua mercati della banda larga diversi in aree geografiche diverse di uno stesso paese e propone di
abolire la regolamentazione nelle zone ormai caratterizzate da una concorrenza efficace. La Commissione appoggia la proposta di Ofcom, basata su dati economici dettagliati, di deregolamentare
le centrali locali con quattro o più gestori, esistenti o potenziali, che forniscono il servizio ad aree con oltre 10 000 abitazioni e imprese. La Commissione ritiene che la proposta di
Ofcom costituisca un passo coerente verso una regolamentazione mirata e incentrata sulle aree geografiche nelle quali persistono problemi strutturali di concorrenza.

«Il fatto che Ofcom abbia riscontrato l’esistenza di un’effettiva concorrenza in una parte consistente del mercato britannico delle telecomunicazioni dimostra che maggiore è
l’efficacia con cui un organo di controllo nazionale svolge l’attività di regolamentazione, più rapido può essere il passaggio alle regole di concorrenza, intrinseche alle
norme comunitarie in materia di telecomunicazioni», ha affermato Viviane Reding, commissaria responsabile della Società dell’informazione e dei media. «Pertanto mi felicito
per il precedente creato dalla proposta di Ofcom di definire mercati geografici subnazionali, che ha consentito alla Commissione di mettere a punto orientamenti e principi politici chiari
destinati a tutti gli enti nazionali di regolamentazione in questo importante settore. Ciò dovrebbe costituire una base solida per un approccio normativo europeo coerente ai mercati
regionali e assicurare al mercato la necessaria certezza normativa.»

«Nelle aree del Regno Unito più densamente popolate i consumatori possono scegliere tra diversi fornitori di banda larga che hanno creato infrastrutture proprie. Per molte di
queste aree non è più giustificabile una regolamentazione ex-ante», ha affermato Neelie Kroes, commissaria responsabile della concorrenza. «Tuttavia, in questa fase
cruciale dello sviluppo della banda larga in Europa è importante garantire anche la coerenza in tutti gli Stati membri. Sia una regolamentazione eccessiva che una regolamentazione
insufficiente possono frenare gli investimenti e comportare costi più elevati per i privati e per le imprese. L’eventuale deregolamentazione dei mercati subnazionali deve pertanto essere
fondata sui principi delle regole di concorrenza.»

La decisione della Commissione riguarda il mercato dell’accesso a banda larga all’ingrosso nel Regno Unito. L’accesso a banda larga all’ingrosso (o accesso «bitstream») e l’accesso
alla linea locale (local loop unbundling, LLU) sono, insieme, fattori cruciali per consentire ad operatori alternativi di accedere al mercato al dettaglio e offrire servizi di banda larga ai
consumatori.

Il 15 novembre 2007 Ofcom ha diffuso la seconda relazione sui mercati dell’accesso a banda larga all’ingrosso nel Regno Unito nell’ambito del cosiddetto «articolo 7», un meccanismo
di consultazione istituito dalle norme comunitarie in materia di telecomunicazioni (si veda MEMO/07/457). Ofcom è il primo ente nazionale di regolamentazione delle telecomunicazioni
nell’UE a proporre di definire mercati geografici subnazionali per l’accesso a banda larga all’ingrosso nelle aree in cui il gestore nazionale, British Telecom (BT), non detiene più un
significativo potere di mercato.

Ofcom sostiene che, nel Regno Unito, grazie alla regolamentazione dei punti di ingresso (LLU e bitstream) all’ingrosso pertinenti si sta sviluppando la concorrenza, nel settore della banda
larga, con gestori alternativi che investono in misura sempre maggiore in reti proprie e nei collegamenti alla linea locale dell’operatore storico. Tale attività contribuisce a mutare le
condizioni di concorrenza nel territorio del paese e induce a ritenere che non esista più un mercato nazionale.

Il quadro normativo comunitario per i mercati delle telecomunicazioni e i principi delle norme di concorrenza ad esso soggiacenti prevedono la possibilità di definire mercati geografici
subnazionali laddove insorgano condizioni di concorrenza sensibilmente diverse. Tuttavia, i criteri applicati dagli enti nazionali di regolamentazione devono essere validi, basati su dati certi
e coerenti in tutto il territorio dell’Unione. Alla luce dei dati di mercato esaurienti forniti da Ofcom, la Commissione ha riconosciuto che, in alcune parti del Regno Unito, la concorrenza si
è sviluppata in maniera sufficiente a permettere di definire mercati subnazionali e di deregolamentare il mercato nelle aree in cui esiste un’effettiva concorrenza.

Nella decisione la Commissione indica inoltre come definire e valutare, in futuro, i mercati subnazionali e chiede a Ofcom di confermare le proprie definizioni di mercati geografici alla luce
di tali orientamenti.

La Commissione sottolinea che, nonostante i forti segnali di una tendenza verso l’effettiva concorrenza in alcune aree geografiche, non vi è la certezza che tutte le aree attualmente
deregolamentate seguiranno tale tendenza, come sostiene Ofcom. La Commissione accoglie pertanto con favore l’impegno di Ofcom a sorvegliare attentamente l’evolvere della concorrenza nelle aree
che saranno deregolamentate e a riesaminare nuovamente il mercato qualora gli sviluppi non dovessero portare alla concorrenza prevista.

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