FREE REAL TIME DAILY NEWS

Consorzio Pro Ofanto: Appello ad un alto senso di responsabilità

Consorzio Pro Ofanto: Appello ad un alto senso di responsabilità

By Redazione

Tra le misure di sicurezza nazionale, evocate recentemente nel corso del dibattito politico, non può non esserci, in via prioritaria, la difesa del suolo che significa anche tutela della
salute pubblica e dell’incolumità stessa del popolo italiano.

Dopo una serie interminabile e inenarrabile di disastri idrogeologici il nostro Paese ha celebrato il 45.mo anniversario dell’inondazione di Firenze con l’alluvione di Genova!

Eppure esiste un principio fondamentale, all’art. 9 della Costituzione, per cui si “tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della
Nazione”
. I più attenti osservatori potranno obiettare che la difesa del territorio, nella sua accezione più ampia, non è stata considerata un valore da tutelare dai
nostri padri costituenti.

Ma possiamo facilmente rispondere che le esigenze di ricostruzione politica, economica e infrastrutturale, imposte dal dopo-guerra, erano assolutamente primarie e comunque la considerazione, il
rispetto dell’ambiente e l’amor patrio, più in generale, non mancavano di introdurre “obblighi e vincoli alla proprietà terriera privata” al fine del razionale sfruttamento del
suolo, non che provvedimenti a favore delle zone montane (ex art. 44 Cost.).

Ieri l’Assemblea costituente era mossa da un grande, corale spirito di servizio che assurgeva, in casi di eccellenza, a spirito di missione, oggi il Parlamento è ispirato da interessi
lobbistici, corporativi o addirittura personali che escludono, talvolta, l’interesse generale della collettività, contraddicendolo finanche.

E non ci si riferisce soltanto al fatto che la legge finanziaria non destina le somme essenziali per la gestione e la messa in sicurezza del territorio nazionale (si ricordi che in quella del
2011 furono soppressi 500 milioni di euro dal capitolo di spesa per la difesa del suolo), ma alla sostanziale disattenzione, se non irresponsabilità, di fronte agli innumerevoli
fenomeni, verificatisi negli ultimi decenni, vere e proprie catastrofi di cui non si contano più neanche le vittime, i feriti e i danni al patrimonio storico e urbanistico, ovvero
all’identità e dignità nazionale. Invece, i danni economici da calamità quelli, sì, vengono facilmente e repentinamente determinati e successivamente ricalcolati,
come fossero una sorta di risarcimento danni da inosservanza consuetudinaria e generalizzata delle leggi dello Stato.

Corre voce secondo cui si preferirebbe il sistema dell’emergenza che scaturisce dal potere di ordinanza di Protezione civile, in quanto tale procedimento amministrativo, estremamente
semplificato e abbreviato, a differenza di quello ordinario di pubblica evidenza per l’aggiudicazione dei lavori pubblici, sarebbe anche più remunerativo.

In questo scenario di scarsa responsabilità e diffusissimo affarismo, sapientemente e saggiamente descritto dal prof. Giuseppe Guarino in una recente dichiarazione, vorrei richiamare
alcuni aspetti, molto brevemente:

a) il decentramento amministrativo, introdotto dall’art. 5 Cost. e riaffermato attraverso le disposizioni di cui al titolo V, deliberate nella scorsa legislatura, non significa affatto che lo
Stato come P.A. centrale rinunzia a svolgere le funzioni di direzione, impulso e coordinamento che sono proprie dell’attività di Governo, ex lege 23 agosto n. 400 del 1988. Semmai
è auspicabile che il potere sostitutivo o surrogatorio venga esercitato con adeguata frequenza e incidenza, anche nominando commissari straordinari, scelti tra docenti universitari,
magistrati o alti dirigenti, senza ulteriori compensi per l’incarico;

b) il dovere imposto in primo luogo ai funzionari pubblici dall’art. 28 (“responsabili secondo le leggi penali, civili e amministrative”) e quello dei singoli cittadini “di essere fedeli alla
Repubblica e di osservare la Costituzione e leggi”, ebbene questi, distinti, ma unidirezionali doveri rappresentano non tanto un dovere giuridico formale a fondamento della civile
organizzazione dello Stato – ubi societas ibi jus – quanto una concreta colonna miliare su cui edificare la rinascita economico-finanziaria e la ricostruzione del territorio, senza più
demagogia alcuna o retoriche dichiarazioni programmatiche;

c) le Autorità di bacino meritano quella, massima attenzione e le risorse necessarie per espletare il proprio ruolo, non avendo ricevuto finora né istituzionalmente, né
pubblicamente dalla cittadinanza, un adeguato riconoscimento della propria autorevolezza.

A tal riguardo, va sottolineato che il Vice Presidente dei Geologi ha opportunamente ricordato che le Autorità di bacino del Tevere e dell’Arno elaborarono, già nel 2000, un piano
di interventi mirati alla prevenzione e messa in sicurezza del rispettivo territorio. La qual cosa è rimasta, evidentemente, agli atti dei Ministeri competenti e delle relative regioni.

Su tali argomenti, dettati non solo dalla rabbia e dalla disapprovazione della prima ora, ma piuttosto dal buon senso e da una lunga esperienza amministrativa, invito chiunque si senta parte in
causa, per competenza o sensibilità civica e ambientalista, ovvero in ragione del proprio status di cittadino, responsabile e partecipe del bene comune, a sottoscrivere il presente
appello.

IL PRESIDENTE ASSTRAI
IL PRESIDENTE DEL CONSORZIO PRO OFANTO
Dott. Michele MARINO

Redazione Newsfood.com+WebTv

VISITA LO SHOP ONLINE DI NEWSFOOD