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Cacao: la ricerca scientifica al servizio dei piccoli agricoltori

By Redazione

 

Ecco il problema: mettiamo che abbiate ereditato una soffitta piena di vecchi libri; molti saranno obsoleti e senza valore, ma tra di essi potreste anche trovare delle preziose prime
edizioni. Nel caso decidiate di venderli, come fate a capire quanto valgono veramente?

Che ci crediate o no questo é lo stesso tipo di problema che la maggior parte dei coltivatori di cacao in America Latina e nei Caraibi si trova ad affrontare ad ogni raccolto.

Molti di loro infatti coltivano varietà di cacao «ordinarie» tra le quali però si nascondono rare varietà capaci di offrire un gusto straordinario al
prodotto finito. Il problema è che né il produttore né il compratore dei semi di cacao sono in grado di riconoscere una varietà più pregiata delle
altre. Se il venditore fosse in grado di riconoscere le fave di cacao migliori, potrebbe farle pagare di più, ottenendo da una parte un reddito più alto per i contadini e
dall’altra un prodotto migliore per i consumatori.

La soluzione a questo problema è la proposta di Bioversity International di usare la più moderna tecnologia molecolare per identificare e registrare le diverse
varietà di cacao. Il progetto è stato selezionato tra i 22 finalisti del World Bank’s Development Marketplace, un concorso organizzato dalla Banca Mondiale per
finanziare progetti innovativi in grado di migliorare sensibilmente la vita degli agricoltori nei paesi in via di sviluppo.

Jan Engels, ricercatore di Bioversity International con una lunga esperienza di studi sulle varietà del cacao, è il direttore del progetto finanziato e spiega: «Sono
davvero felice della decisione della Banca. Questo progetto incoraggerà i contadini a conservare le varietà di cacao per la migliore ragione possibile: perché li fa
guadagnare di più».

L’attività centrale del progetto sarà lo sviluppo di metodi affidabili e standardizzati per l’identificazione delle fave di cacao più pregiate. Quello
che le distingue dalle altre dipende da una sequenza di DNA, chiamata plastidio, separata dai cromosomi che definiscono le qualità generali del cacao. Questi «pezzi»
di DNA indipendente sono unici e distintivi di ogni varietà. Fino ad oggi la sequenziazione dei plastidi era troppo costosa per essere fatta per tutte le varietà del
cacao, ma nuovi sviluppi nella tecnologia molecolare ora la rendono sufficientemente economica, veloce ed affidabile.

Hannes Dempewolf, dottorando alla British Columbia University (UBC) di Vancouver, lavorerà alla sequenziazione dei plastidi. «Sarà come prendere le impronte digitali
dei diversi tipi di cacao» spiega. Contrariamente ai cromosomi, i plastidi raramente scambiano materiale genetico durante la riproduzione sessuale e dunque tendono ad essere
differenti gli uni dagli altri ed unici ad una determinata varietà. Questa caratteristica sarà usata per identificare con assoluta certezza ciascuna varietà di
cacao. L’UBC ed il Dipartimento per l’Agricoltura degli Stati Uniti metteranno a servizio del progetto la loro esperienza nella scansione del DNA.

La fase sperimentale sarà effettuata a Trinidad e Tobago, dove i coltivatori specializzati nella coltivazione di varietà antiche e qualitativamente superiori riescono ad
ottenere per il loro racconto il doppio del prezzo mondiale.

Jan Engels commenta che lavorando insieme agli agricoltori per identificare le varietà più pregiate, tutta la filiera del cacao ne beneficerà, dal contadino al
consumatore di tavolette di cioccolato. «Il nostro progetto mette insieme due dei filoni più innovativi della ricerca in questo settore: tecnologia molecolare
all’avanguardia e selezione del germoplasma con la partecipazione degli agricoltori per completare la catena che va da produttore a consumatore» dice Engels.

Victoria Henson-Apollonio, a capo del Servizio Centrale di Consulenza sulla Proprietà Intellettuale del CGIAR (Gruppo Consultivo sulla Ricerca Agricola Internazionale) illustra
le potenzialità del progetto: «C’e un interesse crescente nel cioccolato di alta qualità». I consumatori sono molto più informati e vogliono
cioccolata che venga da una sola fonte e che sia prodotta sostenibilmente. Questo tipo di domanda fa si che i compratori internazionali si orientino sempre più verso un prodotto
di provata qualità e di provenienza omogenea, il che dovrebbe beneficiare i produttori locali. «Ma solo se il loro cacao può essere certificato» spiega
Henson-Apollonio. «Questo progetto ci darà l’opportunità di sapere quale delle varietà produce il cacao migliore e utilizzarla nella produzione del
cioccolato».

Il governo peruviano ha approvato recentemente un progetto simile per identificare e promuovere il cacao di alta qualità. L’area dell’Amazzonia Peruviana ospita tra
le più alte concentrazioni di biodiversità del cacao al mondo ma – come a Trinidad – la maggior parte del cacao viene venduto dai piccoli agricoltori all’ingrosso
come prodotto generico, senza distinguerne le qualità e dunque ad un prezzo basso.

«Bioversity International lavorerà con i suoi partners peruviani non solo per identificare le varietà con maggior valore, ma anche per insegnare ai contadini a
fermentare il cacao con più attenzione» spiega Michael Hermann, coordinatore del progetto. Il modo in cui il cacao viene fermentato e infatti determinante per la sua
qualità e dunque per il prezzo a cui può essere venduto. «Un altro aspetto cruciale del progetto sarà migliorare e rinforzare la catena commerciale che unisce
i produttori ai mercati internazionali» aggiunge Hermann.

Questi due progetti esemplificano l’approccio di Bioversity alla ricerca scientifica sulla biodiversità agraria. «L’obiettivo cruciale è di migliorare la
qualità della vita delle popolazioni più povere, con qualunque mezzo, sia esso la più avanzata tecnologia molecolare, la selezione dei semi insieme agli agricoltori
o il capacity building» dice Emile Frison, Direttore di Bioversity International. «Inoltre dimostrare che la biodiversità agraria ha anche un diretto valore economico
è uno dei modi migliori per incoraggiarne la conservazione».

 

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