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Attenzione alla fertilizzazione degli oceani con il ferro

By Redazione

Un gruppo di scienziati marini tra i più quotati al mondo ha invitato alla cautela nella vendita dei crediti di carbonio provenienti dalla fertilizzazione degli oceani con il ferro,
sulla rivista «Science» gli scienziati hanno affermato che l’efficacia di questa tecnica, come strumento per rimuovere il biossido di carbonio (CO2) dall’atmosfera, non è
stata ancora dimostrata, e che si conosce ancora troppo poco sui suoi più ampi impatti ambientali.

Gli scienziati chiedono che vengano condotte più ricerche per poter fare luce su questa materia.

Le fertilizzazione degli oceani con il ferro (Ocean iron fertilisation, OIF) è uno dei diversi metodi che sfruttano l’oceano per mitigare il cambiamento climatico, rimuovendo il CO2
dall’atmosfera. Esso prevede la dispersione di ferro nei livelli superiori dell’oceano, per stimolare la crescita del fitoplancton che assorbe il CO2 dall’atmosfera per la fotosintesi. Secondo
questa teoria, quando il fitoplancton muore sprofonda nel fondale dell’oceano portando con sé il carbonio e sequestrandolo in maniera efficace.

Alcuni studi hanno dimostrato che «fertilizzando» gli oceani con il ferro, la crescita del fitoplancton viene stimolata. Tuttavia, anche se questi esperimenti ci hanno insegnato
molto sul ruolo che il ferro svolge negli ecosistemi dell’oceano e nella dinamica del carbonio, essi non sono mai stati condotti per verificare l’efficacia dell’OIF come strategia di riduzione
delle emissioni di carbonio. Inoltre, gli impatti biogeochimici ed ecologici derivanti dall’aggiunta di quantità significative di ferro negli oceani non sono ancora chiari.

Nonostante queste incertezze, diverse società stanno progettando il rilascio di ferro su ampia scala, per dare inizio alla vendita dei crediti di carbonio.

«Questo gruppo ritiene prematuro vendere depositi di carbonio derivanti dalla prima generazione di esperimenti OIF su scala commerciale, a meno che vi sia una migliore dimostrazione del
fatto che l’OIF rimuova il CO2 in modo efficace, mantenga il carbonio nell’oceano per un periodo di tempo quantificabile e abbia impatti ambientali accettabili e prevedibili», scrivono
gli scienziati.

«Anche se contempliamo la possibilità che la fertilizzazione con ferro possa diventare un metodo efficace di compensazione del carbonio, riteniamo che siano necessari esperimenti
su scala più ampia, per valutare l’efficienza di questo metodo e affrontare i possibili effetti secondari», ha affermato il professore Andrew Watson dell’Università
dell’East Anglia (Regno Unito), uno degli autori dello studio. «Molti impatti sono ancora sconosciuti e potenzialmente negativi».

Gli scienziati chiedono quindi programmi di ricerca mirati per far fronte a queste incertezze. Sono necessari studi sul campo, su scale spaziali più ampie e scale temporali più
lunghe, poiché gli impatti ecologici e la riduzione delle emissioni di CO2 dipendono da varie scale. Dovrebbero anche essere considerati gli effetti dell’OIF nelle regioni ad alto o a
basso tasso di nutrienti, oltre ad un’ampia valutazione degli impatti ecologici dell’OIF sulla biochimica dell’oceano e sugli organismi che vivono nel suo ambiente.

Lo studio ha anche messo in evidenza la necessità di un monitoraggio a lungo termine e dell’impiego di modelli volti a valutare gli effetti al di là del settore di studio e del
periodo di osservazione, oltre che di migliori studi di mappatura dei risultati e delle conseguenze dell’OIF. Infine, gli scienziati chiedono che venga condotta un’analisi dei costi, dei
benefici e degli impatti dell’OIF in relazione ad altri programmi di riduzione del carbonio e di mitigazione del cambiamento climatico.

«Stiamo prendendo in esame alcune decisioni sui regolamenti che riguardano il clima, come la tabella di marcia post-Kyoto discussa a Bali, i disegni di legge sui permessi di emissione
negoziabili del Congresso statunitense e la considerazione dell’OIF da parte degli Stati aderenti alla Convenzione di Londra. Siamo convinti che la ricerca biogeochimica sull’oceano
contribuirà a sostenere queste importanti decisioni politiche», hanno concluso gli scienziati.

Per ulteriori informazioni visitare:
https://www.sciencemag.org

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