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A Biella il «Polo dell'innovazione»

By Redazione

Biella – In una riunione che si è svolta mercoledì 26 marzo nella Camera di commercio di Biella, alla presenza dell’assessore regionale Andrea Bairati, dei consiglieri
regionali Gilberto Pichetto e Wilmer Ronzani e di tutti i componenti del Comitato di distretto di Biella (Provincia, Consorzio dei comuni, Camera di commercio, Ascom, Cna, Cgil, Cisl, Uil,
Unione Industriale Biellese) si è giunti ad un accordo per la creazione a Biella di un «Polo dell’innovazione» a sostegno dello sviluppo del territorio.

Per la provincia di Biella erano presenti l’assessore Davide Bazzini e il Presidente Sergio Scaramal il quale così commenta i risultati della riunione.

«Un accordo tra la Regione, la Provincia, il Consorzio dei comuni, il Comitato di distretto rende possibile la creazione a Biella di un «Polo dell’innovazione», una importante
struttura orientata all’erogazione di servizi tecnologici, all’attrazione di investimenti, alla ricerca e allo sviluppo, all’alta formazione ed alla cultura politecnica.

Il Piano Territoriale Integrato disegna, per il futuro del nostro distretto, uno scenario basato sulla consapevolezza che il Biellese continuerà ad avere nel settore tessile il motore
principale del suo sviluppo. Per esercitare questo ruolo trainante occorrerà incrementare l’attenzione alla sicurezza e alla qualità del prodotto, differenziare la produzione
verso settori nuovi e diversi rispetto alla tradizionale competenza sull’abbigliamento, puntando al tessile tecnologico, al tessile e salute, alle componenti di arredo per auto e navi e ad
altri settori che emergono con forti potenzialità.

Importante inoltre sarà accrescere la competitività delle singole aziende (e del distretto complessivamente) puntando su una rinnovata attenzione all’innovazione, alla ricerca,
all’alta formazione, al posizionamento commerciale del prodotto ed al marketing.
Per una «rivitalizzazione» del settore tessile dobbiamo puntare non solo sul saper-fare manifatturiero, ma anche sul ruolo delle componenti gestionali, commerciali, finanziarie,
relazionali, di marketing territoriale che possono essere il veicolo di una diversificazione. La crescita di un management locale e l’alta formazione sono allora gli strumenti sui quali
amministrazione pubblica, aziende e soggetti della formazione e della ricerca debbono interagire, a partire dal ruolo di Città Studi e dell’Università, cui si deve chiedere di
fare un ulteriore salto di qualità verso la specializzazione e le relazioni scientifiche internazionali.

Con una semplificazione forse eccessiva, ci serviranno ancora più creatività e meno ripetitività, più efficienza energetica e logistica, più sinergia tra la
qualità del prodotto e la qualità del territorio. Bisognerà imparare a fare non solo il «bello» ma anche il «diverso». Ce la faremo se
intercetteremo sia nuovi investimenti sia nuove intelligenze, se formeremo un management in grado di traghettare l’economia locale in un contesto mutato e complesso, se sapremo differenziare le
produzioni. Se sapremo far crescere insieme al sistema economico locale il capitale sociale rappresentato da una imprenditorialità responsabile, da una cultura operaia basata sul saper
fare e sull’operosità, dal mantenersi di una buona integrità delle rete sociali territoriali.
Ci servirà, anche e forse soprattutto, una capacità non solo di innovazione tecnologica ma anche di innovazione amministrativa.

Una innovazione amministrativa che deve esprimersi con una capacità della parte pubblica locale di essere di facilitazione e non di ostacolo allo sviluppo, di praticare e inventare se
necessario nuove forme di relazione con gli attori dello sviluppo locale che siano di indirizzo e di sostegno e non semplicemente di controllo.
E’ su questo ruolo che la Provincia di Biella si è impegnata ed è questo ruolo che rende possibile ora la realizzazione di un Polo dell’innovazione del distretto biellese.

Una struttura la cui attivazione è di per sé un grosso risultato per il nostro territorio, rappresentando l’esito positivo di quella capacità di «fare sistema»
di cui troppe volte abbiamo sentito la mancanza.

Una struttura che, occupandosi della salubrità e della qualità dei prodotti, di creatività e innovazione tecnologica pone il distretto biellese come potenziale soggetto
promotore del «made in italy».
Una sfida importante che vinceremo solo se l’amministrazione pubblica, le aziende, i soggetti della ricerca e della formazione riusciranno mantenere e ad incrementare quella conoscenza,
sedimentata nella filiera produttiva, che è un «bene comune» importante ed insostituibile.

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