Un progetto del CCR migliora la mobilità dei non vedenti
29 Ottobre 2007
Le persone non vedenti e ipovedenti ora possono passeggiare in tutta sicurezza lungo un percorso sulle rive del Lago Maggiore, nell’Italia settentrionale, grazie ad un’iniziativa del Centro
comune di ricerca (CCR) della Commissione europea e alla città di Laveno Mombello.
Il prototipo di percorso di due chilometri, che conduce dalla stazione ferroviaria alla vecchia fabbrica di ceramiche, passando per l’imbarcadero e snodandosi lungo la riva del lago, è
un prodotto del progetto SESAMONET (Secure and Safe Mobility Network).
Il percorso è basato sull’uso di transponder RFID (identificazione tramite radio-frequenza) inseriti nel terreno a una distanza di 60 centimetri l’uno dall’altro. L’utente del sentiero
è munito di uno speciale bastone da passeggio dotato di antenna, in grado di leggere i transponder RFID, che tramite l’antenna inviano un segnale ad un telefono intelligente con una
banca dati contenente informazioni sul luogo.
In questo modo, l’utente riceve informazioni sul sentiero attraverso un auricolare collegato in modalità bluetooth. Alcuni transponder trasmettono messaggi che descrivono l’ambiente
circostante, mentre altri si limitano ad emettere un segnale acustico per informare l’utente che sta percorrendo la strada giusta.
Poiché i tag RFID non necessitano di collegamento alla rete elettrica, si possono installare in un’ampia gamma di luoghi all’interno e all’esterno, ad esempio in parchi, aree pedonali,
centri cittadini ed edifici. Un ulteriore vantaggio del sistema è il fatto che si possa programmare per fornire aggiornamenti su cambiamenti che avvengono di giorno in giorno, come
ostacoli causati da lavori in corso.
Secondo il CCR, il sistema è di facile utilizzo e manutenzione. Inoltre, i tag RFID sono poco costosi, poiché si possono riciclare dai sistemi per l’identificazione elettronica
del bestiame, mirati a garantire la sicurezza della catena alimentare. Il costo totale del percorso dipende dall’ampiezza e dalla complessità dell’ambiente da «etichettare»,
nonché dallo sviluppo e dalla manutenzione della banca dati.
Il progetto è ancora nelle fasi iniziali e in futuro collegherà negozi e servizi pubblici, consentendo così alle persone con problemi visivi di sfruttare appieno i servizi
offerti dalle strutture locali.
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, nel mondo le persone che soffrono di patologie alla vista sono oltre 160 milioni, di cui 37 milioni sono non vedenti. La maggioranza di
queste persone ha più di 50 anni, per cui questa problematica assume particolare rilevanza in quelle parti del mondo, come l’Europa, dove la popolazione sta invecchiando.