Salute e povertà, gli Annali dell'ISS dibattono sul tema
2 Novembre 2007
Giornali di fama internazionale, del calibro di The Lancet, Jama, Bmy, Pnas, Science e molti altri fino a un totale di 232 riviste conosciute in
tutto il mondo scientifico e non, hanno aderito al Global Theme Issue on Poverty and Human Development, un’iniziativa internazionale promossa dal Council of Science Editors. Tra essi
vi erano anche gli Annali dell’Istituto Superiore di Sanità.
L’evento, giunto alla sua terza edizione, è consistito nella pubblicazione simultanea online di centinaia di articoli accomunati dalla riflessione sul medesimo tema: il ruolo della
povertà nello sviluppo umano e, dunque, nella salute degli individui. Punto di partenza di una simile iniziativa è la constatazione che lo status socio-economico di un individuo,
vale a dire quell’insieme di fattori quali il reddito pro-capite, lo stile di vita, il sesso, la razza, gioca un ruolo chiave nello stabilire il suo stato di salute e la sua qualità di
vita. Basti pensare al caso dell’infezione da HIV/AIDS con cui, in Occidente, si può convivere per lunghi anni grazie all’accesso alle terapie antiretrovirali, laddove nei Paesi poveri
la malattia miete ogni anno milioni di vittime. E’ a partire da simile scenari che il Council of Science Editors si è così proposto di favorire una maggiore consapevolezza
nell’opinione pubblica su queste tematiche e un maggiore interesse degli studiosi in questo settore, col fine ultimo di promuovere ricerche scientifiche dai risultati concreti ed
efficaci.
Gli Annali dell’ISS
Gli Annali dell’Istituto Superiore di Sanità hanno partecipato all’evento con quattro pubblicazioni:
– la prima, a cura di Stefano Vella e Marina Giuliano, del Dipartimento del Farmaco dell’ISS, ha puntato il dito contro l’enorme divario, nell’accesso alle terapie antiretrovirali, tra i Paesi
ricchi e quelli poveri, sottolineando come solo il miglioramento delle condizioni socio-economiche di questi ultimi possa contribuire al successo delle terapie;
– la seconda ricerca, condotta da Antonio Cassone e Lanfranco Fattorini, del Dip. Malattie infettive, parassitarie e immunomediate dell’ISS, e da Giovanni Battista Migliori, del Who
Collaborative Centre for TB and Lung Diseases, si è occupata della tubercolosi multi resistente, la cosiddetta Xdr Tb, battendo sulla necessità della messa a punto di un vaccino
che riesca a interrompere la fase contagiosa della Tb polmonare;
– la terza pubblicazione, a cura di Carlo Petrini, dell’Unità di Bioetica della Presidenza dell’Istituto Superiore di Sanità, dopo aver illustrato la relazione tra povertà
e sviluppo nelle varie forme assunte nella storia, mostra come la solidarietà e il principio di precauzione (secondo cui, nonostante la mancanza o l’insufficienza di dati scientifici, le
pubbliche autorità dovrebbero comunque adottare misure atte a prevenire i rischi per la salute) possano contribuire a contrastare la povertà, i rischi per l’ambiente, i danni
sociali e sanitari conseguenti;
– l’ultimo studio, che porta la firma di Nico Pitrelli e Giancarlo Sturloni, della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste, punta l’attenzione sui processi di governance
del rischio sanitario a partire dalle esperienze di Aids, Bse, Sars e influenza aviaria. La riflessione verte su come la gestione del rischio possa essere migliorata favorendo il coinvolgimento
attivo del pubblico nel fronteggiare l’emergenza, attraverso una comunicazione trasparente dei rischi. Sullo sfondo la descrizione dell’attuale controverso rapporto tra scienza e
società, a proposito del quale, affermano gli autori, è difficile individuare i confini tra le esigenze vere della ricerca e le aspettative del pubblico, pena il potenziale
rischio di una sorta di politica di «dominio dell’audience» o di «populismo tecno-scientifico».