Nell’agricoltura i giovani sono frenati, troppi gli ostacoli al ricambio generazionale

31 Maggio 2010
L’Agia-Cia presenta alla Commissione Agricoltura del Senato una serie di proposte per garantire gli strumenti essenziali per l’insediamento delle nuove leve nel mondo agricolo. Tra i problemi, la
scarsa mobilità fondiaria e l’accesso al bene terra, gli alti costi di avviamento, l’incertezza delle prospettive economiche. Da risolvere le questioni del fisco e del credito.
In Italia il ricambio generazionale in agricoltura permane sempre ai livelli più bassi d’Europa. I conduttori agricoli sotto i 40 anni è pari al 6.9 per cento con un costante trend
in diminuzione dagli anni 2000. Di contro quelli con età superiore a 65 anni è di oltre il 44 per cento. Occorre, per questo motivo, sviluppare politiche ed interventi che diano
impulso all’imprenditoria giovanile, permettano l’apertura di nuove imprese e favoriscano l’attrattività e la sostenibilità dell’attività agricola. Questi i punti ribaditi da
una delegazione dell’Agia (Associazione giovani imprenditori agricoli) della Cia-Confederazione italiana agricoltori durante l’audizione presso la Commissione Agricoltura del Senato alla quale
sono stati presentati e illustrati il “Progetto giovani” e il documento programmatico della terza Assemblea elettiva del febbraio scorso.
E’ stata la presidente dell’Agia Gianfranca Pirisi a mettere in evidenza sia le nuove difficoltà che le peculiarità del mondo dell’imprenditoria giovanile in agricoltura
nell’attuale momento di crisi e, nel contempo, ad avanzare una serie di proposte per un rilancio del settore.
L’Europa -è stato rilevato- attribuisce grande attenzione alla partecipazione dei giovani alla politica agricola e non. Ne è la prova il coinvolgimento di tutte le rappresentanze
giovanili a livello europeo in merito alla discussione sulla Pac post 2013. Un meccanismo, quello della condivisione, ulteriormente sancito dall’applicazione del trattato di Lisbona.
Per questa ragione, l’Agia-Cia, convinta che la concertazione e il dialogo siano fondamentali per la crescita e lo sviluppo del Paese, ha chiesto con forza che, come avviene in Europa, anche in
Italia venga posta la stessa attenzione nel coinvolgimento dei giovani rispetto alle politiche a loro dedicate e non solo.
Nel nostro Paese sussistono, infatti, molte difficoltà legate all’insediamento giovanile. Tra queste, ci sono la scarsa mobilità fondiaria e l’accesso al bene terra, gli alti costi
di avviamento, l’incertezza delle prospettive economiche, la scarsità di formazione e servizi di consulenza adeguati. Ostacoli ai quali si aggiungono gli oneri amministrativi connessi
all’esercizio dell’attività agricola, gli elevati prezzi di affitto e di acquisto dei terreni, gli alti costi dei macchinari, ed in generale, degli investimenti. Non solo. Barriere fiscali
e legali e in alcuni casi il forte rischio di “marginalità” delle aree rurali, la carenza di infrastrutture, di logistica, di mobilità, dei servizi civili e socio-sanitari, che
condizionano la qualità della vita, completano il quadro dei problemi dei giovani che intendono intraprendere l’attività agricola.
L’attuale situazione economica – ha ricordato la presidente dell’Agia Pirisi – ha influito negativamente sui redditi degli agricoltori, ma ha costituito un ulteriore ostacolo per i giovani
imprenditori agricoli e alla stessa volontà di fare impresa in agricoltura. In tale contesto economico è essenziale agire tempestivamente e direttamente in difesa dei redditi delle
nuove e giovani imprese agendo soprattutto su fisco e credito.
Riguardo alla tematica fisco, l’Agia-Cia ha ribadito che debbano essere privilegiati gli imprenditori agricoli professionali con la diminuzione dell’Iva e dell'”accisa” sul gasolio, con la
fiscalizzazione degli oneri sociali per la mano d’opera assunta da giovani imprese, con l’esenzione dal pagamento dei contributi Inps nella fase di primo insediamento.
In merito, invece, al credito è stato sollecitato di conoscere come si concretizzerà operativamente, da parte di Ismea, la misura relativa che impegna 3 milioni di euro del Fondo
per l’imprenditorialità giovanile in agricoltura per l’anno 2009 (di cui 2 milioni di euro per uno specifico fondo di garanzia dedicato ai giovani imprenditori agricoli e 1 milione di euro
ad abbattimento dei costi per la garanzia). Si sollecita, inoltre, di concretizzare finalmente, sempre da parte di Ismea, la proposta del pre-impegno, strumento atto a snellire e rendere
più fruibile l’accesso alla garanzia diretta da spendere in qualsiasi banca.
Nel riaffermare l’importanza dell’Osservatorio per l’imprenditorialità giovanile in agricoltura costituito presso il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, l’Agia-Cia
ha auspicato il coinvolgimento dei giovani alla politica attiva e per questo è impegnata per la costituzione di tavoli di concertazione a livello regionale, osservatori con funzione
consultiva che possano agire là dove gli strumenti e le risorse sono presenti, lasciando al livello nazionale le funzioni proprie di orientamento, indirizzo e di controllo.
In merito alla programmazione dello sviluppo rurale, è stata chiesta una maggiore attenzione al monitoraggio e coordinamento delle attività affinché ai giovani di talune
regioni siano garantiti gli stessi diritti di accesso alle risorse comunitarie che sono garantiti nelle regioni più virtuose.
E’ stato, inoltre, ricordato che l’accesso al fattore terra continua ad essere uno dei fattori maggiormente limitanti per la giovane impresa esistente e potenziale. In merito alla Cassa per la
proprietà contadina, l’Agia-Cia ha chiesto che le risorse esistenti e quelle che matureranno nei prossimi anni, vengano “restituite” nella quota dovuta ai giovani imprenditori agricoli per
essere impegnati in misure analoghe o in misure già esistenti, come quelle del Fondo per l’imprenditorialità giovanile in agricoltura.
Rispetto ai terreni demaniali in affitto ai giovani imprenditori agricoli, misura fortemente condivisa dall’Agia-Cia, ci si è chiesto, dopo gli annunci dell’ex ministro Luca Zaia, cosa ne
sarà della promessa. “Siamo ancora in attesa di conoscere – ha rilevato la presidente Pirisi – l’estensione dei terreni a cui si fa riferimento (terreni suscettibili di uso agricolo) e le
reali modalità di accesso per i beneficiari”.
Cia.it
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