L'agricoltura produttiva è la migliore garanzia per il mantenimento del paesaggio
27 Novembre 2007
Tutto ciò che minaccia l’agricoltura minaccia anche il paesaggio: l’agricoltura produttiva è la migliore garanzia per il mantenimento di questo bene, questa è la
conclusione del convegno nazionale “Produzione agricola e nuovi paesaggi” organizzato a Milano dall’Istituto per la tutela e la valorizzazione dell’agricoltura periurbana (Istvap) lo scorso 26
novembre, alla presenza di un pubblico estremamente qualificato.
Ai lavori hanno partecipato il sottosegretario al ministero delle Politiche agricole Guido Tampieri, la senatrice Loredana De Petris, presentatrice del ddl in materia di tutela e valorizzazione
del paesaggio rurale, e Bruna Brambilla, assessora all’Agricoltura della Provincia di Milano e presidente del Parco Sud Milano. Tra i relatori docenti del Politecnico e della Facoltà di
Agraria di Milano e dell’Università di Firenze e Genova, rappresentanti delle associazioni agricole e ambientaliste, imprenditori agricoli e dirigenti della Regione Lombardia, tra cui il
presidente della Cia lombarda Mario Lanzi.
“Oggi” -come ha affermato Paola Santeramo, presidente della Cia di Milano e Lodi e presidente dell’Istvap- l’agricoltura è la protagonista delle nostre scelte future. Ad essa si
rivolgono la domanda di beni alimentari dei paesi che stanno raggiungendo livelli di sviluppo occidentale e quella per la produzione di agrienergie. Ciò dovrebbe essere sufficiente per
convincerci che l’agricoltura è un bene prezioso. Ciononostante è diffusa la convinzione che la terra sia suolo libero in attesa di essere edificato, riempito”.
“Inoltre -ha continuato Santeramo- riconoscere la centralità dell’agricoltura è la migliore garanzia del bene paesaggio. Il nuovo paesaggio non può essere il ritorno al
paesaggio naturale, questo è illusorio e antistorico. Il nuovo paesaggio può essere solo quello dell’agricoltura produttiva, multifunzionale, responsabile e rispettosa
dell’ambiente che con le sue funzioni collabora con le città”.
Approfondendo le caratteristiche della agricoltura e dell’impresa agricola Maria Cristina Treu, del Politecnico di Milano, ha tra l’altro asserito che “Il tema di oggi è quello di un
governo sostenibile dei processi di antropizzazione indotti dagli insediamenti urbani e dall’attività agricola. Nelle aree periurbane l’agricoltura è condizionata dall’ambiente
urbano: la sua conservazione e il suo sviluppo dipendono dalla promozione nella società di una “cultura della terra” come bene comune. In Italia disponiamo di forme di tutela
dell’agricoltura, ritenuta da molti approcci la matrice primaria del paesaggio. Tuttavia una salvaguardia più efficace del valore produttivo e della multifunzionalità potenziale
delle aree agricole non può fermarsi alle analisi delle fattezze esclusivamente visibili. In sintesi sul paesaggio rurale incidono più fattori riconducibili ad aspetti sia sociali
e giuridici che economici e tecnologici. Una moderna impresa rurale è una professione impegnativa che richiede buona cultura e presenza continua; il valore delle aree agricole si fonda
sulla difesa del suolo agricolo e sulla qualità delle produzioni cui la multifunzionalità può apportare un contributo aggiuntivo non sostitutiv”.
“Al giorno d’oggi occuparsi di agricoltura e sviluppo urbano -ha aggiunto Daniele Bignami, della Fondazione Politecnico di Milano e vicepresidente dell’Istvap- è fare innovazione.
Garantire un’ equilibrata collaborazione e cooperazione tra attività agricole e città può permettere di affrontare molte questioni non rinviabili per il progresso dei
nostri territori”.