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Dietisti, medici di famiglia e contributi. Ecco la via piemontese contro l’obesità

Dietisti, medici di famiglia e contributi. Ecco la via piemontese contro l’obesità

By Redazione

In Piemonte, il 38% degli affetti da obesità può perdere (e non riprendere) più del 5% del peso in un anno, se supportato da un team composto dal medico di famiglia e da uno
specialista.

Se la Regione non si limita alle campagne pubblicitarie a favore della modestia nel riempire il piatto ma aiuta a sostenere i costi della cura ( senza cioè chiedere di pagarla con ticket o
visite private) non solo diminuisce il numero di chi abbandona la terapia, ma addirittura aumentano i “pentiti” che decidono di ritornare al programma. E l’incidenza di disturbi collegati
all’obesità, come diabete, malattie coronariche ed ipertensione, diminuiscono.

Sono i risultati di uno studio condotto nella Regione, dal 2005 ad oggi, su 1400 soggetti colpiti da obesità e basato sulla collaborazione della Sanità pubblica, rappresentata da
sei Asl (Torino 1 e 2, Asti, Biella, Novara, Cuneo 1).
 Nel futuro, la sperimentazione sarà estesa anche all’ Asl To4 e Cuneo 2 ma già oggi, concordano gli specialisti del settore, i risultati sono molto positivi.

Tale analisi costi-benefici, insieme ad altri riflessioni sul tema, sarà presentata al convvegno “Il progetto obesità in Piemonte: un modello d’integrazione tra specialisti e medico
di famiglia” in programma mercoledi 27 maggio alle Molinette.

In ogni caso, aldilà delle singole convinzioni, i nutrizionisti concordano sulla necessità di trovare nuove vie per combattere l’obesità, disturbo alimentare che, nel solo
Piemonte, colpisce 800.000 persone tra i 20 ed i 60 anni, con un sensibile aumento della mortalità e della morbilità, cioè la relazione tra numero di giornate di malattia ed
ore di lavoro perse.

Particolarmente pericoloso, nell’evolversi del disturbo alimentare, l’essere lasciati a sè stessi, ad affrontare da soli la malattia, alla lunga più forte di qualunque desiderio di
guarigione; per questo, nonostante le iniziative di prevenziobe e terapia promosse dalle istituzioni sanitarie, la prevalenza dell’obesità è in continuo aumento.

Così, il Piemonte propone la sua soluzione.
 Fondamentalmente, la cura consiste in una serie d’interventi di gruppo ( 4 incontri in un mese, più 5 a scadenze fisse entro l’anno) con una terapia seguita da una squadra composta
sia da specialisti che da medici di famiglia.

Ad ogni appuntamento, verrà registrato il peso di un paziente su una scheda poi consegnata al medico di famiglia.

Riguardo ai costi della Ricetta Piemonte, è stato calcolato che basterebbero novanta Euro a paziente per anno di terapia: una cifra irrisoria,sopratutto se confrontati agli 11 milioni di
Euro (pari al 2-8% della spesa per la sanità in Italia) necessari per far fronte alle complicanze da obesità.

In conclusione, è auspicabile che il convegno delle Molinette si faccia portavoce di un messaggio: ” Tutti gli studi concordano sulla relazione che c’è tra durata dell’intervento
terapeutico e risultato della cura”.

Se la Regione garantisse almeno 3 anni di cura supportata, il Piemonte potrebbe avere l’invidiabile record di prima regione d’Italia ad aver imposto una decisa dieta ai costi (umani ed
economici) dell’obesità.

Matteo Clerici

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