Contro l'enopirateria le aziende e i consorzi devono credere di più nella registrazione dei marchi
28 Ottobre 2007
Non basta registrare un marchio all’estero per mettere al sicuro i vini italiani da falsificazioni e casi di enopirateria, i Consorzi e le aziende devono credere più e meglio nella
registrazione dei propri marchi e soprattutto devono poi investire per farli tutelare. E’ il messaggio lanciato dal Salone del Vino di Torino dagli avvocati
Paolo Fabris e Marco Giuri in occasione di un convegno organizzato dall’Unione giuristi della vite e del vino (Ugivi), dedicato al tema dell’internazionalizzazione e del
controllo nel commercio dei vini.
“A parte le realtà più grandi e strutturate – spiegano i giuristi – in generale nel mondo del vino non c’è la mentalità di registrare un marchio e nel
farlo tutelare specie quando questo incomincia ad essere conosciuto e venduto”.
Ma soprattutto, secondo gli avvocati, a mancare nel Belpaese è anche l’idea che una registrazione di marchio rappresenta un investimento che poi deve essere portato
avanti nel tempo. “Quello della registrazione di un marchio privatistico in Italia o all’estero – aggiungono i due avvocati – ha senso solo se poi il titolare del marchio è
disposto ad investire per difenderlo nei vari Paesi. E’ inutile fare una registrazione se poi davanti a eventuali violazioni in un qualsiasi Paese internazionale non vado a intervenire per
contrastare il fenomeno. Per fare questo un consorzio o un’azienda devono investire propri capitali, andando in giro per il mondo a difendere il proprio marchio”.
Sulla questione è poi intervenuto anche il presidente dell’Ugivi Pietro Caviglia, secondo cui “occorre creare un sistema di controllo e di indagine” sui
prodotti italiani contro il rischio dei falsi. “In questo caso – ha aggiunto – l’attenzione dovrebbe rivolgersi verso l’Ice, che dovrebbero effettuare controlli saltuari sui punti
vendita, e attraverso le ambasciate e i consolati, prendere dei campioni e sottoporli a controllo in modo da creare una rete di indagine e controllo sui prodotti”.