Carne suina: gli aiuti della Regione Emilia-Romagna
17 Aprile 2008
Bologna – Una campagna di promozione a favore della DOP «Gran Suino Padano» e gli aiuti del nuovo Programma Regionale di Sviluppo Rurale, sono queste le misure a sostegno
del settore delle carni suine annunciate oggi a Cremona dall’assessore regionale all’agricoltura dell’Emilia-Romagna Tiberio Rabboni in occasione dell’inaugurazione di Qualypig, il Salone
italiano della filiera della carne suina.
Il consumo di carne suina sta aumentando in numerosi Paesi; la situazione italiana evidenzia invece, ormai da diversi anni, una sostanziale stagnazione dei mercati e una crescente concorrenza
delle carni provenienti dall’estero e vendute a prezzi inferiori a quelli nazionali.
La crisi ha, in larga misura, motivazioni di carattere strutturale, legate alla diverse tipologie di allevamento che caratterizzano i Paesi produttori.
I suini allevati in Italia sono prevalentemente destinati alla trasformazione in salumi DOP e IGP e devono raggiungere un peso più elevato con conseguente aggravio di costi; inoltre
presentano carni di alta qualità ma con un contenuto di grassi superiore al «suino leggero» di provenienza estera e quindi meno gradite al consumatore moderno.
«Per uscire da questa situazione – ha dichiarato Tiberio Rabboni – occorre un impegno congiunto da parte delle istituzioni e dell’intera filiera produttiva, compresa la distribuzione
organizzata. Con il nuovo Programma Regionale di Sviluppo Rurale in Emilia-Romagna metteremo a disposizione del settore nuove risorse per le innovazioni necessarie a ridurre i costi di
produzione, migliorare ulteriormente la qualità e conquistare nuovi spazi di mercato, in particolare all’estero. Vogliamo dedicare anche grande attenzione alla valorizzazione dei tagli
di carne fresca che, oggi, arrivano sui banchi dei supermercati in modo indifferenziato e subiscono la concorrenza di prodotti provenienti da altri Paesi a prezzi inferiori. E’ noto peraltro
che le cosce di suino rappresentano da sole il 40-60% del valore dell’animale. Questo disequilibrio comporta da un lato un onere eccessivo per gli stagionatori dei prosciutti e dall’altro un
deprezzamento del valore delle restanti carni suine.»
«Per contrastare questo stato di cose – ha proseguito Rabboni – si è costituito, con l’apporto determinante delle Regioni Emilia – Romagna e Lombardia, il Consorzio di tutela delle
carni fresche del «Gran Suino Padano» che nel 2005 ha ottenuto il riconoscimento nazionale della DOP. Siamo convinti che questa sia la strada giusta per recuperare quote di mercato.
La nostra carne suina è prodotta, in larghissima misura, nell’ambito di una filiera, quella dei prosciutti DOP, regolamentata da un disciplinare che garantisce, grazie anche al lavoro
dell’Ente di controllo, sicurezza e qualità. Ai consumatori bisogna quindi dire con chiarezza che questa nuova DOP offre maggiori qualità, valori e garanzie rispetto alle carni
fresche di importazione.»
«Nelle prossime settimane partirà – ha concluso l’assessore Rabboni – una importante campagna promozionale, cofinanziata dal Consorzio del Gran suino padano DOP e dal Ministero
delle Politiche agricole, alimentari e forestali. In questo ambito la Regione Emilia – Romagna, finanzierà con circa 150.000 euro di risorse proprie una specifica campagna informativa
sui principali quotidiani, media e periodici a diffusione locale. E’, assieme alle misure del PSR, un contributo concreto della Regione Emilia-Romagna alla valorizzazione delle carni fresche di
qualità e alla ripresa del settore. »