Smaltimento pollina: la soluzione? E' data da più soluzioni
20 Ottobre 2007
“Non è possibile pensare di poter smaltire la pollina attraverso una sola soluzione, occorre integrare più metodi alla luce di conoscenze scientifiche certe” così Gianluca
Bagnara, presidente di Assoavi e assessore all’agricoltura della provincia di Forlì-Cesena, ha avviato i lavori del convegno “Gestione della pollina nell’allevamento avicolo a terra”,
organizzato da Crpa, Avitalia e Confcooperative Forlì-Cesena durante la seconda giornata di Fieravicola. Più di cento le persone, tutti tecnici e addetti ai lavori, che hanno
partecipato in una Sala Borsa stracolma.
Bagnara ha elencato le varie possibilità in gioco riguardo allo smaltimento. “Digestione anaerobica, compostaggio, spandimento nel terreno dopo aver abbattuto gli odori,
termovalorizzazione: occorre pensare a tutte queste possibilità cercando di integrarle fra loro. Ogni territorio dovrà poi decidere su cosa puntare. La direttiva nitrati pone dei
limiti ben precisi riguardo al ‘carico di fertilizzanti’ dei terreni. A Forlì-Cesena abbiamo circa un 35 per cento di surplus di pollina”.
L’importante, secondo il presidente di Assoavi, è “fuggire dai venditori di ‘tecnologie magiche’ dell’ultima ora, che promettono risultati immediati e definitivi. E’ necessario, invece,
basare le scelte sui risultati dei ricercatori. Il lavoro che viene presentato oggi dal Crpa, ad esempio, rappresenta il punto di partenza per qualsiasi considerazione”.
Il progetto del Crpa, come ha spiegato il referente Giuseppe Bonazzi, si è sviluppato su sei campi di ricerca. Nella prima azione si è dimostrato che l’ottenimento di buone
lettiere, a bassa emissività di ammoniaca e di odori, è legato a buone condizioni di ventilazione e controllo delle dispersioni idriche. Una lettiera asciutta emette molto meno
ammoniaca di una lettiera ad alto tenore di umidità.
“Abbiamo messo a punto – ha detto Bonazzi – un dispositivo che permette di valutare in poco tempo, 1-2 giorni, l’efficacia di un additivo, di quelli che vengono commercializzati per ridurre
l’emissione di odori. Ciò è importante per l’allevatore, che può così decidere se affrontare o meno i costi elevati di una intera campagna di trattamenti”.
Un’altra azione ha riguardato il compostaggio capi avicoli morti. E’ possibile in semplici strutture, realizzabili in azienda, sistemare i polli morti entro strati di lettiera e avere una
reazione aerobica spontanea che porta alla dissoluzione in pochi mesi della carcassa dell’avicolo.
“Al fine di limitare al massimo le emissioni di odori – ha aggiunto Bonazzi – abbiamo verificato che la migliore copertura per la gestione di cumuli di lettiera in campo è quella in
Gorotex. Questa è però molto onerosa. Un cumulo di forma geometrica, atta a lasciare sgrondare le acque di precipitazione, si comporta in maniera non dissimile da cumuli coperti
con telo di plastica. Il livello di emissioni, sia nella fase in stasi, sia nella fase successiva di spandimento, può ritenersi accettabile”.
Anche lo smaltimento tramite combustione è stato oggetto di prove di ricerca. Bonazzi ha precisato che “è stato condotto uno studio che dimostra la maturità della
tecnologia della combustione anche per allevamenti di dimensione contenuta. Il principale problema, quello delle emissioni di gas inquinanti e di polveri fini, può essere risolto grazie
a recenti innovazioni tecnologiche. Restano aperti problemi normativi che limitano fortemente la potenziale diffusione di questi impianti”.
A questo proposito il professor Giovanni Riva, dell’Università di Ancona, ha affermato che “le attuali tecnologie permettono la combustione della pollina abbassando dell’85 per cento il
volume iniziale, fornendo energia e senza emissioni nocive”.