Grattacieli: scelta green per risparmiare il suolo (Risponde Saverio Fossati -Sole24ore)

24 Settembre 2017
Aggiornamento del 25 settembre (vedi risposta di Saverio Fossati)*
Date: Sat, 23 Sep 2017
“Grattacielo, scelta green” – QN Il Giorno del 23 sett. 2017 – di Achille Colombo Clerici
Solo da quando in politica hanno cominciato a prevalere le logiche economiche sono tornati a presentarsi tra le forme urbane i grattacieli. Fino a che dominavano le ideologie, e parlo di quasi cinquant’anni, il mainstream dell’ urbanistica nazionale li aveva ostracizzati.
Come si poteva nelle nostre citta’ celebrare il simbolo del capitalismo ?
A tal punto che a meta’ degli anni Ottanta avevamo addirittura costituito a Milano un think tank che diede vita ad una vera e propria campagna di propaganda con manifesti culturali e convegni a sostegno dell’idea del grattacielo.
Ma i tempi non erano maturi.
Nel frattempo in Italia dominava una concezione distorta e miope di “citta’ a misura d’uomo”. Una concezione che andava bene all’ epoca del Manzoni, quando la popolazione italiana era meno di un terzo (17 milioni) della attuale: contenuti indici volumetrici fondiari e quindi limitazioni costruttive in altezza, proliferazione di urbanizzazioni primarie alla rincorsa degli insediamenti privati, quindi grande consumo di suolo.
Oggi, il suolo l’abbiamo ormai consumato (21 mila chilometri quadrati) e l’Europa ci impone di risparmiarlo. Ma lo fa con una direttiva che si attaglia alla situazione della Francia e della Germania, non a quella del nostro Paese, che presenta il 40 % del territorio non urbanizzabile perche’ montuoso.
Inoltre, stanno arrivando le ondate di migranti che pongono il problema del “tetto a tutti”. Ma i padri dell’urbanistica ideologica cosa dicono ?
Non rimane che demolire i casamenti più vetusti e realizzare le torri-grattacielo, che possono essere una soluzione dal punto di vista ambientale, economico, sociale. Oltre a consentire minore consumo di territorio o addirittura renderlo nullo come nei centri urbani, i grattacieli consentono un risparmio energetico molto significativo.
Va bene, peccato che si frapponga l’ostacolo del milione e piu’ di condomìni inamovibili, creati dalla cinquantennale politica di sfavore verso la locazione privata, altra faccia della distorsione del concetto di citta’ a misura d’uomo. Chi li convince, milioni di condòmini, a trasferirsi temporaneamente in un altro alloggio, sia pure con la prospettiva di una nuova abitazione più confortevole, più bella e sicura?
Ma questo e’ un altro capitolo.

========RISPOSTA di Saverio Fossati, Il Sole 24 Ore========
*Date: Mon, 25 Sep 2017 09:24:30
Subject: Grattacielo – Dibattito aperto
Considerazioni di Saverio Fossati – Lettera al presidente di Assoedilizia
Gentile avvocato,
Il suo intervento, pubblicato sul Quotidiano del Sole 24 Ore-Condominio, contiene sicuramente un “argomento”. Nel senso che Lei da’ una lettura del problema riconducendo l’origine dell’ostilità ai grattacieli all’interno della lotta politica degli anni Sessanta e Settanta. Una lotta che ha visto spesso protagonisti architetti e urbanisti velleitari e, quel ch’è peggio, con una visione astratta dalla realtà. Le nostre periferie sono il tangibile (e, putroppo, visibile) risultato dello scarto tra realtà e utopia.
Che però la ricostruzione del buon vivere passi dalla riqualificazione, lenta e a misura d’uomo, di certi quartieri, mi sembra un pensiero giusto e logico, la cui realizzazione sia resa possibile anche da demolizione e ricostruzione, come abbiamo detto tante volte. Ove, naturalmente, con l’espressione “a misura d’uomo” non intendo quello che ha in testa paternalisticamente chi crede che i “poveri” debbano vivere come nei quartieri popolari della Parigi degli anni Venti, con una sosta alla Closerie des lilas e un saluto alla bella vicina che sciorina i panni dal balcone ma, più semplicemente, vivere in case comode e strade sicure, con tanto verde, movida accettabile, mezzi pubblici rapidi e vicini.
Compito dello Stato, dei municipi e della società non è, credo, quello di immaginare come dovrebbe essere la vita delle persone (visione che ha condotto alla pericolosa utopia delle vele di Napoli) ma solo di metterle in condizione di costruire la propria esistenza senza affanni e paure. Con semplice buonsenso. Per questo la via, anche radicale, della demolizione/trasformazione non troverebbe opposizione nelle persone comuni ma negli ideologi, nei burocrati e nei legulei.
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Redazione Newsfood.com