Confagricoltura conclude il suo “forum” chiamando a confronto le organizzazioni imprenditoriali
26 Marzo 2007
Alcuni settori produttivi (latte, pomodori, bietole da zucchero, etc.), presentano problemi, riguardo la contrattazione del prodotto, l’indicazione del prezzo, gli obiettivi quali-quantitativi.
L’esigenza di soddisfare il consumatore, e di intavolare rapporti corretti con la distribuzione moderna, dovrebbe vedere una comune visione dei produttori agricoli e dell’industria di
trasformazione. Rapporti più coesi potrebbero favorire quel gioco di squadra che i vertici di Confagricoltura e Confindustria hanno più volte auspicato. Anche a beneficio di nuove
filiere che si vanno a costruire come l’industria del no food, ed in particolare delle “bioenergie”.
Le imprese italiane sollevano anche il problema della revisione dell’assetto istituzionale. Il settore pubblico – afferma Vecchioni – è sempre più pesante, per il numero
degli occupati, il costo dei contratti pubblici, il prolificare di enti ed organismi, l’esistenza di regole di funzionamento che appaiono allontanarsi ulteriormente dalle esigenze dell’economia
e dei cittadini. La politica delle liberalizzazioni va ulteriormente rafforzata, ma questo è solo un aspetto del problema, per quanto importante. Le aspettative delle imprese sono per
una urgente ed efficace opera di semplificazione amministrativa e di disboscamento del carico di autorizzazioni, certificazioni ed oneri di varia natura che ostacolano la nascita e lo
sviluppo dell’impresa.
Vecchioni ha messo in luce anche i limiti che emergono per la Governabilità del Paese. La mancanza di stabilità indebolisce l’azione di governo, ed il “bipartitismo
imperfetto” dell’Italia è testimoniato dai ricorrenti interventi di modifica dei sistemi elettorali. Tutto ciò determina uno stato di incertezza e di perenne emergenza, che non
aiuta la programmazione degli investimenti e l’impostazione di politiche aziendali di lungo periodo. La politica dovrebbe attenuare i toni di rissosità e concentrasi sulle grandi
questioni necessarie per lo sviluppo del Paese, irrobustendo la crescita economica.
Sulle politiche del lavoro le imprese chiedono che gli strumenti di flessibilità vadano mantenuti, specie in vista del confronto che si è avviato sui temi della crescita e
dell’equità. “La ripresa economica non va frenata con interventi legislativi che riporterebbero indietro il Paese” – sostiene Vecchioni – che auspica che nel confronto avviato
giovedì a Palazzo Chigi si possa realizzare un coordinamento delle posizioni del mondo datoriale. Confagricoltura, intanto, nel proprio settore, ha già promosso importanti intese
con le rappresentanze sindacali per la revisione del sistema delle prestazioni, anche per favorire l’emersione.