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Capanna a Commissione Ue: sugli ogm no al «dogma» della coesistenza

Roma, 7 Novembre 2007 – «Da 54 giorni la Coalizione «ItaliaEuropa – liberi da Ogm» sta continuando a raccogliere firme dal Trentino alla Sicilia per una agricoltura
libera da Ogm, con incontri e dibattiti, in una grande interlocuzione mai avvenuta prima d’ora nel nostro paese».

Così Mario Capanna, Presidente della Fondazione Diritti Genetici, è intervenuto oggi al Convegno «L’agricoltura cresce in libertà, libertà dagli Ogm» ,
incontro con la Rete delle Regioni Europee Ogm free organizzato nell’ambito della Consultazione nazionale sugli Ogm.
Capanna ha ricordato l’andamento positivo dell’iniziativa promossa dalla Coalizione «ItaliaEuropa – liberi da Ogm», in corso fino al 15 novembre, che «sta mettendo in moto un
benefico contagio tra le persone, coinvolgendo, al di là delle grandi organizzazioni, pezzi sempre più numerosi di società civile».

«Ma la Consultazione è stata solo il primo passo – ha continuato Capanna – e la partita vera si giocherà dopo il 15 novembre, quando spenderemo i nostri 3 milioni di voti a
Roma come a Bruxelles. Da quel momento anche il ruolo delle Regioni europee Ogm free, che hanno cominciato il loro cammino quattro anni fa, sarà enormemente rafforzato, non saranno
più sole.»
Capanna ha infatti ricordato che «Le 44 regioni hanno dovuto subire da parte della Commissione Europea il «dogma» della coesistenza, perchè la stessa Commissione aveva
deciso di introdurre gli Ogm in Europa ad ogni costo. Ma oggi ci dobbiamo dire chiaramente che la coesistenza è impossibile, non esiste. E’ come un asino che vola. I transgeni infatti
sono materia vivente, in grado di durare nel tempo e di trasmettersi alle specie affini. Anche se si facessero delle zone rifugio, i transgeni finirebbero con il contaminare altre
coltivazioni»

Capanna ha poi continuato difendendo la Coalizione dalle accuse di antiscientificità che gli sono state mosse. «Non siamo noi ad essere retrogradi nè ideologicamente legati
al passato – ha puntualizzato – .
Sono le biotecnologie ad essere obsolete, poichè in quindici anni hanno modificato solo quattro tipi di piante per la resistenza ai pesticidi.
Se non le fermiamo, potrebbero portare al controllo, da parte di quattro multinazionali, della sicurezza alimentare di tutto il pianeta.»

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