Dalla sala di Palazzo Rospigliosi, dove sta svolgendo il proprio Congresso Nazionale, l’Adoc ha presentato ieri la ricerca ‘Il gusto nell’alimentazione’, un’indagine di opinione sugli italiani
e la loro percezione dei sapori di molti prodotti alimentari, commissionata alla società Format.
“Abbiamo scoperto – ha spiegato il Presidente Nazionale Carlo Pileri – ciò che tutti noi immaginavamo da tempo, ovvero che i sapori stanno scomparendo. Mozzarella,
pesce fresco, vitello, pomodori, pesche, cioccolata: circa la metà degli intervistati ne ritiene perse le qualità organolettiche rispetto a 20 anni fa e per questa ragione ha
modificato le proprie abitudini alimentari”.
Ma non è finita qui. Constatando la perdita di gusto di oltre un intero menù, i consumatori italiani sembrano anche aver rivisto sostanzialmente le proprie abitudini di spesa e di
consumo.
“Pur dando molta importanza ai sapori – spiega Pileri – gli italiani sembrano impossibilitati a spendere di più. Solo l’11,4% spenderebbe ‘molto di più’ per
ottenere un miglior gusto dei cibi, mentre il 17,9% ‘abbastanza di più’, a testimonianza delle enormi difficoltà che ormai coinvolgono la maggior parte delle famiglie
costringendole a peggiorare il proprio stile di vita.”.
L’ultimo affondo del Presidente dell’Adoc riguarda la fiducia degli intervistati verso i soggetti preposti al controllo e alla sorveglianza dei prodotti agroalimentari.
“C’è grande fiducia – conclude Pileri – verso la produzione italiana (78,5%), ma anche nei confronti degli agriturismi per quanto riguarda il mangiare fuori casa
(77,8%).Ciò che ci rende orgogliosi del nostro lavoro, preoccupandoci allo stesso tempo, è l’opinione degli italiani riguardo i soggetti impegnati nella difesa della
qualità dei prodotti: il 70,1% ha fiducia nelle Associazioni dei consumatori, il 69,8% nelle forze di pubblica sicurezza, il 49,3% nelle autorità sanitarie,alle quali chiediamo
maggior collaborazione e controlli rigidi”.
L’Adoc auspica, come indicato dagli intervistati, un ritorno al Made in Italy per riscoprire sapori in via d’estinzione e per fuggire il rischio di un’omologazione del gusto.
Altrimenti non ci resta che ‘pane e salame’, tra i pochi prodotti che l’indagine salva dal peggioramento del gusto…