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Zaia: Lotta a tutto campo contro le contraffazioni alimentari

Zaia: Lotta a tutto campo contro le contraffazioni alimentari

By Redazione

New York – Parmesan Cheese grattugiato del Wisconsin, Provolone kosher prodotto a Brooklyn, prosciutto di Parma curato in Canada o nel New Jersey.   

Per lanciare la sua nuova ed aggressiva crociata contro le contraffazioni alimentari, il ministro italiano dell’agricoltura Luca Zaia ha davanti a sé un cestello di vimini pieno di quelle
che senza mezzi termini definisce “vere schifezze fresche di giornata”, raccolte oggi nei supermercati di Manhattan.   

Da un grande ristorante italiano del trendissimo Meatpacking District di Manhattan, ospite di Lidia Bastianich, considerata una delle ambasciatrici della cucina italiana negli Usa, Zaia lancia il
suo appello in difesa dei “due anelli deboli”. Cioé i produttori italiani e i consumatori americani, che troppo spesso vengono truffati senza saperlo acquistando prodotti che di nostro
hanno a malapena il nome.   

Le contraffazioni alimentari, spiega il ministro in una conferenza stampa davanti a giornalisti italiani ed americani, continuano a danneggiare, e danneggiano sempre più, i prodotti made
in Italy, dai vini ai formaggi, passando per l’olio d’oliva.   

“Siamo arrabbiati”, chiosa Zaia, ricordando che “non tutte le auto rosse sono una Ferrari” e che “dobbiamo imparare dai francesi che non traducono nulla”, continuando a tutelare prodotti a
denominazione protetta come il Parmigiano Reggiano i i vini pregiati italiani.   

“Su dieci prodotti made in Italy dichiarati, nove non hanno nulla a che vedere con l’Italia”, spiega il ministro, che oggi a New York vede anche il segretario generale delle Nazioni Unite Ban
Ki-moon.   
“L’export alimentare italiano – prosegue Zaia – pari a 24 miliardi di euro, continua a crescere in questo momento di crisi, nonostante le molte difficoltà “. Un discorso che vale in
particolare per il vino, che non ha subito le contrazioni dei concorrenti francesi e spagnoli sui mercati internazionali.   

Secondo Zaia, il danno delle contraffazioni, spesso attraverso prodotti cosiddetti ‘italian sounding’, cioé dalla denominazione falsamente italiana, non è solo economico anche se lo
stima a ben 200 miliardi di euro. C’é anche un problema di salute perché troppo spesso “chi pensa di mangiare italiano non mangia sano”.   

La battaglia contro le contraffazioni alimentari si articola su due assi: quello degli accordi internazionali per la tutela delle denominazioni garantite, che devono essere accompagnati da una
serie di iniziative per educare ed informare il consumatore.   

All’incontro con la stampa, accanto a Zaia c’erano Walter Brunello, presidente di Buonitalia (l’ente di promozione e di protezione dei prodotti agricoli italiani); Francesco Maria Talò,
Console Generale d’Italia a New York; Aniello Musella, responsabile dell’Ice a New York, Giovanni Mantovani, amministratore delegato di Veronafiere, che ogni anno ospita Vinitaly, il cui tour
americano si è appena concluso.

Emanuele Riccardi – Ansa.it per NEWSFOOD.com

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