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Umbria: prima in Italia approva legge sul commercio equo

L’Umbria è la prima regione Italia a dotarsi di una legge regionale sul commercio equo e solidale finanziandola e rendendola operativa da subito. La legge potrà contare già
per l’anno in corso su 100mila euro finalizzati all’educazione e formazione nelle scuole, al sostegno delle attività delle botteghe e alla realizzazione della giornata regionale del
commercio equo. A darne notizia è Oliviero Dottorini (nella foto), capogruppo dei Verdi e civici nel consiglio regionale dell’Umbria, spiegando che “appena saranno pronti i regolamenti
attuativi sarà possibile sperimentare sul campo gli effetti della prima legge in Italia che tenta di incentivare in modo concreto la diffusione del commercio equo e solidale”.
“Non si tratta di una legge-bandiera, fatta soltanto per affermare un principio – spiega Dottorini – ma del tentativo di concretizzare un percorso portato avanti assieme a Umbria equosolidale e
alle botteghe dell’Umbria. Siamo molto soddisfatti di essere riusciti a introdurre un tema così d’avanguardia nel dibattito politico e istituzionale della nostra regione che oggi
riconosce tutto il valore di questa modalità di commercio rispettosa dei produttori del sud del mondo e dell’ambiente. Abbiamo trovato copertura finanziaria a un provvedimento giusto,
innovativo e importante per il mondo della solidarietà e dell’impegno sociale. Un mondo che ha dimostrato serietà e capacità organizzative non comuni, anche attraverso la
creazione di iniziative come Altrocioccolato che sono riconosciute per il loro successo di pubblico e di contenuti. Ho avuto modo di sperimentare personalmente – aggiunge Dottorini, che tra
l’altro è tra i fondatori di una delle botteghe del commercio equo e solidale – che cosa è e che cosa rappresenta il commercio equo e solidale per il tessuto sociale non solo
della nostra regione. Le botteghe del mondo sono animate e sorrette da persone che ritengono che prima ancora che teorizzare o riempirsi la bocca di slogan sia necessario fare, rimboccarsi le
maniche, farsi carico, in quota parte, delle storture di un pianeta globalizzato nell’economia, ma non nei diritti”.
“Solo pochi giorni fa – continua – sono stati inseriti nei luoghi della ristorazione regionale gli alimenti del commercio equo e solidale e biologici accanto a quelli tradizionali. Vicino agli
erogatori tradizionali e a fianco degli snack convenzionali consiglieri e dipendenti si stanno abituando alla presenza di prodotti di ottima qualità, tutti provenienti dalle centrali di
importazione del commercio equo”.
“Adesso – conclude Dottorini – ci aspettiamo che anche il Parlamento nazionale, dove sappiamo essere stata depositata una proposta analoga, trovi la forza e il coraggio per discutere ed
approvare un provvedimento che riesca a dare impulso a un mercato che coniuga la qualità dei prodotti con la giustizia nei rapporti di lavoro e con il rispetto dell’ambiente”.

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