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Scoperta la struttura dei microcristalli

By Redazione

Una nuova configurazione del sincrotrone, effettuata presso il laboratorio europeo di radiazione di sincrotrone (ESFR) ha svelato la struttura di granelli di microcristalli della dimensione di
un solo micrometro cubico; l’équipe di ricercatori francesi del laboratorio ha così guadagnato un fattore pari a 1 000 relativamente alle dimensioni dei campioni analizzabili.

«Questa scoperta apre nuove possibilità di ricerca a chimici, fisici e biologi», sostengono i ricercatori.

La nuova configurazione utilizzata dagli scienziati dell’ESRF di Grenoble e dell’Istituto Lavoisier di Versailles, prevede l’utilizzo di un sistema di focalizzazione per il fascio dell’ESRF. A
questo si unisce un goniometro che consente di posizionare il campione con massima precisione.

L’oggetto di interesse in questo caso era un composto ibrido organico-inorganico, un carbossilato di alluminio microporoso, che potrebbe essere usato per l’assorbimento di gas o per incapsulare
una serie di molecole organiche. I cristalli, grandi solo un micrometro cubico, non avrebbero potuto essere studiati utilizzando i raggi X o la diffrazione neutronica, perché questa
tecnica può essere applicata solo ai cristalli di dimensioni superiori a 10 micrometri cubici. Qualsiasi materiale più piccolo di queste dimensioni viene classificato come
polvere.

Benché gli scienziati, in questo caso, possano ricorrere alla diffrazione della polvere, la tecnica è molto complicata. Inoltre, la tecnica della diffrazione della polvere
può essere utilizzata solo su materiali con corpuscoli più piccoli di tre milionesimi di micrometro cubico. È stato pertanto difficile determinare la struttura dei solidi
sintetici sviluppati di recente sotto forma di polvere. Gli esperti dell’ESRF sono del parere che, comunque, sia necessaria una profonda conoscenza della struttura della materia per fare
progressi nella ricerca.

Secondo Thierry Loiseau dell’Istituto Lavoisier tutto ciò rende questo nuovo metodo rivoluzionario. «Quello che un tempo era considerato polvere, oggi è diventato un
cristallo», spiega il dott. Loiseau. «I ricercatori possono ora recuperare i campioni accantonati, le cui dimensioni avevano impedito in passato il loro studio e illustrarne le
strutture, rendendo possibili notevoli progressi».

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