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Salmone norvegese, pericolo diossine, PCB ed antibiotici

Salmone

Consumare salmone norvegese può portare ad assumere diossine, PCB ed antibiotici.

Questa la conclusione di una ricerca dell’Haukeland University Hospital (di
Bergen, Norvegia) diretta dalla dottoressa Anne-Lise Birch Monsen e il professore di medicina Bjorn Bolann.

Secondo gli studiosi, i contaminanti sarebbero assunti dal pesce tramite mangine e poi rimarrebbero nelle carni dell’animale.

Data la pericolosità delle sostanze in questione, i ricercatori consigliano di limitarne il consumo, specialmente per i soggetti vulnerabili come le donne in gravidanza. Quando una di
loro mangia salmone, spiega il due Monsen-Bolann, gli elementi chimici si acccumulano nell’organismo e poi vengono passati alla prole tramite l’allattamento, rendendola vulnerabile a diverse
malattie.

Come prevedibile, lo studio non è passato inosservato.

Tra i primi a rispondere, il Governo: i portavoce, pur non negando la validità dello studio, hanno comunque consigliato moderazione nel consumo: non più di quattro porzioni a
settimana, tranne che per le donne incinte, che devono fermarsi a due.

Più deciso il NIFES, Norway’s National Institute of Nutrition and Seafood Research. Per bocca della
direttrice, Ingvild Eide Graff, il NIFES ha criticato lo studio, definendolo non valido, poiché basato su dati del 2004, quando i livelli di contaminanti erano maggiori. Perciò,
secondo il NIFES il salmone norvegese può essere consumato senza pericolo.

Matteo Clerici

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