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Roma, 13 maggio 2015: La tutela degli utenti deboli nella circolazione stradale

IMG_0298    Relazione integrale
Roma 13 maggio 2015
E’ per me un grande piacere porgervi un grato saluto di benvenuto a questo incontro  reso possibile, oltre che dalla insostituibile preziosa collaborazione della senatrice Adele Gambaro e del suo impareggiabile collaboratore avvocato Vittorio Russo, dalla ormai consolidato sostegno dell’Ordine degli avvocati di Roma nella persona dell’amico e tesoriere avv. Antonino Galletti  e dalla rinomata penalista ed amica Avv. Maria Chiara Pirritano anch’essa del succitato foro romano. Un dovuto ringraziamento anche al comandante Stefano Manzelli, ideatore e gestore del portale Polizia Muncipale.it e al mio segretario nazionale, Giudice Luigi Vingiani,   della Confederazione Giudici di Pace che mi onoro anche io di rappresentare quale segretario generale.
Un caloroso ringraziamento anche alla Senatrice Erika Stefani che non manca mai di darci il suo prezioso sostegno e contributo,  della cui presenza, non essendone certi sino all’ultimo minuto per ricorrenti impegni istituzionali, non abbiamo dato riscontro nel volantino e locandina.

Grande riconoscenza va alla direttrice della segreteria generale dei giudici di pace e dei giudici tributari, la signora Vatavu Raluca il cui incessante ed abnegante aiuto ha contribuito e contribuisce, alla perfetta organizzazione del presente evento ma anche  al quotidiano evolversi e strutturarsi dei su menzionati sodalizi della magistratura tributaria e di pace.
Un grazie sincero a tutti voi per la gradita partecipazione a questo evento  fortemente voluto dall’organismo che mi onoro di presiedere, il Tribunale Arbitrale per l’impresa il lavoro e lo sport, organismo di cui troverete una breve  descrizione all’interno della cartelletta che vi abbiamo consegnato, organismo che persegue una giustizia rapida, competente ed efficiente.

Da ultimo debbo segnalarvi la presenza in sala  di una cara amica e stimatissimo avvocato, che ci ha raggiunti oggi, qui in Roma, dalla lontana Iasi, estrema provincia del nord est della Romania, l’avv. Lupu Geta alla quale con un caloroso applauso a cui vi chiedo di associarvi, formulo i più affettuosi auguri per l’odierno compleanno.

Ma veniamo al delicato tema di oggi: “la tutela degli utenti deboli nella circolazione stradale”. Ero indeciso se cominciare con la Lex Iulia Municipalis, emanata da Giulio Cesare  un anno prima della sua morte, legge che comprendeva un insieme di norme che regolavano l’accesso e la circolazione all’interno della città, oppure principiare prendendo in esame le norme che a Babilonia e nell’antica Grecia regolavano il flusso circolatorio stradale. Poi però, visto l’alto livello dei relatori convenuti e gli interessanti temi trattati, ma soprattutto volendo lasciare spazio al dibattito che seguirà, ho deciso di limitarmi ai saluti e ad una piccola riflessione su cui mi piacerebbe suscitare poi un sereno, sucessivo confronto anche fuori da questa prestigiosa aula. Una riflessione sui diritti e doveri che regolano la nostra pacifica convivenza, diritti, ma soprattutto doveri, che non sembrano, ahimè, più avere efficacia e pertinenza nella nostra quotidianità, nella misura in cui, assistiamo ad una ormai irrefrenabile manifestazione di menefreghismo perpetrata in danno della collettività a mezzo di  tracotanze e prepotenze varie, quasi  che, i doveri, fossero ormai  diventati “demodé”, o addirittura del tutto abrogati, generando, in coloro che invece li osservano e rispettano, amari sentimenti di crescente frustrazione e impotenza.

Ecco che quindi, anche nell’applicazione delle leggi, come quella di cui oggi inizieremo a parlare, i comportamenti dei più rispecchiano una assoluta insofferenza e disapplicazione di quelle che sono le norme, quindi i doveri, che la “comunità” si è data per consentire una convivenza civile, ma quel che è peggio, che tali malcostumi siano spesso tollerati proprio da chi deve far osservare le regole. Quindi se è vero che dobbiamo far osservare, con assoluto rigore, i dettami che ci siamo dati per  diminuire la mortalità degli incidenti, introducendo il tanto discusso reato di omicidio stradale quale massimo deterrente per chi guida sotto l’effetto di stupefacenti o alcolici, io credo sia assolutamente necessario e improcrastinabile, sin dalle prime scuole dell’obbligo, reintrodurre materie come l’educazione civica o come l’educazione alla legalità,  onde insegnare, ai nostri figli e figlie, futuri cittadini delle nostre città,  quali siano i doveri che vanno adempiuti, onde così garantire una educazione alla civile e responsabile  convivenza.

Non è più pensabile nè accettabile, volendo minimamente esemplificare che, nell’assoluta impunibilità, ci si trovi a dover competere ormai quotidianamente e  automobilisticamente parlando, con distratti pedoni che attraversano in ogni luogo e, ancor peggio, con il semaforo rosso magari perché altrimenti perdono il tram, costringendo gli automobilisti a pericolosissimi  slalom e frenate improvvise: la mia compagna in Romania per aver attraversato fuori dalle strisce di qualche metro è stata rigorosamente sanzionata. Queste leggi, che castigano i comportamenti scorretti, come quello succitato dei pedoni, ci sono da sempre  anche da noi, ma non sono fatte rispettare quasi fossero di lieve entità e quindi perdonabili.

Non possiamo inoltre  accettare, sempre volendo minimamente esemplificare, che automobilisti, ma anche motocilisti e ciclisti, guidino e conducano i loro mezzi telefonando o, ancor peggio, messaggiando con azzardati sbandamenti nel traffico, come non possiamo più accettare le strategie economiche dei Comuni che, invece di garantire la dovuta vigilanza e quindi sicurezza stradale, impiegano le loro energie per il quasi esclusivo dovere di cassa. E mi fermo qui! Nell’assoluta convinzione che nonostante le migliori leggi possibili, se non insisteremo nel rispetto dei doveri di ciascun cittadino, di ciascuno di noi, anche i sacrosanti diritti finiranno per alienarsi complicando così, ulteriormente, la convivenza e la nostra quotidianità, rendendoci sempre più deboli e indifendibili.

La pubblicazione su Newsfood.com è espressamente autorizzata dall’autore
Cav. Franco Antonio Pinardi
Presidente del tribunale Arbitrale per l’Impresa,
il Lavoro e Lo Sport

 

 

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