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Rete 105: Fabrizio, 52 anni, disoccupato pronto per una rapina

Rete 105: Fabrizio, 52 anni, disoccupato pronto per una rapina

By Redazione

Milano, 3 ottobre 2013
Chissà se Fabrizio è riuscito a trovare un lavoro oppure se è stato arrestato per le sue “intenzioni” dichiarate…
Una colletta è importante ma il Lavoro è come l’aria, indispensabile per la Vita e chi ce la toglie è un Assassino!

Marco Galli con la sua trasmissione “Tutto esaurito” è il compagno ideale per chi viaggia, per chi vuole passare un’oretta in tutta serenità.
Quella mattina, era il 27 settembre ore 9:00 a Radio 105  c’è stato però un fuori programma: una telefonata registrata arrivata in segreteria
di un certo Fabrizio che ha raccontato la sua disperazione.

Ha 52 anni, è disoccupato con un affitto da pagare. E’ pronto a fare una rapina se non troverà lavoro in pochi giorni…
Quanti sono i Fabrizio in quelle condizioni mentre ci sono “pensionati d’oro” che si godono alla faccia nostra decine e decine di migliaia di Euro al mese?
…senza contare coloro che continano a depredare impunemente l’Italia e gli Italiani.

Riportiamo la lettera aperta che Franco Antonio Pinardi* ha inviato a Marco Galli.

*Chi è Franco
Antonio Pinardi

Giuseppe Danielli
Direttore e Fondatore
Newsfood.com

Lettera aperta x Marco Galli
Egregio signor Marco Galli, faccio riferimento alla odierna trasmissione e, in particolar modo, alla telefonata del signor Fabrizio, disoccupato di anni 52 e a tutte le altre che, sul tema,
avete riportato in trasmissione.
Mi permetta di dare il mio umile contributo quale segretario generale di importanti sodalizi della magistratura tributaria e di pace, nonché di associazioni che rappresentano i dipendenti
dello stato e del parastato.

In merito, volevo riferire a lei e a tutti i cortesi ascoltatori quanto, in 32 anni di “marciapiede” politico istituzionale romano, ho maturato relativamente alla non più procrastinabile
necessità di rivedere, anche con debita energia, il nostro sistema politico istituzionale e, per far questo, onde suggerire debite riflessioni, le racconto quanto recentemente
accaduto.

Premetto che l’attuale mio ruolo, che è quello di rappresentare in sede politica le istanze dei Giudici e della Giustizia, è stato da me assunto, quasi per caso, in
virtù delle mie conoscenze e competenze inerenti alle complicate geometrie politiche romane, competenze maturate in 15 anni di attività sindacale, appunto in terra romana. Per
tale fatto e quasi per caso, mi fu proposto, 17 anni fa, di “accompagnare” nella sua crescita, un neo costituito sindacato di Giudici, cosa che per spirito di servizio a questo Paese, a cui sono
irrimediabilmente legato, accettai con entusiasmo, perché mi permetteva di poter essere utile al mio prossimo in un ambito così elevato e gratificante sotto il profilo
intellettuale, anche se, tale incarico era da intendersi a puro titolo di gratuità.

Avendo qualche possibilità economica che mi permetteva di vivere con decoro, mi dedicai anima e corpo per quella che ritenevo e ritengo il fondamento di ogni libertà e vera
democrazia, imparando giorno dopo giorno i segreti di questo strano universo che è la Giustizia. Essendo altresì un cittadino che ancora oggi crede nella sua sovranità
costituzionale, ho sempre però mantenuto una posizione equidistante con nemici ma, soprattutto, con gli amici, a cui non ho mai risparmiato, sia in privato che in pubblico, la denuncia dei
loro sbagli, perché credo fermamente che l’errore sia e possa essere umano quindi correggibile e perdonabile, ma non ho mai concesso a nessuno la possibilità di utilizzare, con
compromessi o artifizi vari, la verità per tornaconti personali.

Quello della Giustizia ahimè, è però un universo assolutamente ai più sconosciuto, un universo che grazie alla complicità delle lobbie e dei partiti e dei
media, rimane intoccato ambito privilegiato per l’esercizio del potere anche per quello che concerna la vita e la morte dei cittadini, motivo per cui, per le mie pubbliche denunce, sono stato
più volte attaccato con infamie e maldicenze varie, tese a delegittimarmi per chiudermi la bocca ma, almeno per adesso, non ci sono ancora riusciti.

Veniamo però, dopo questa breve ma necessaria premessa, al tema di oggi, ai discorsi fatti da molti utenti in parte di grande generosità e slancio nei confronti di Fabrizio, in
parte di chi denuncia la necessità di un cambiamento, anche forte e radicale. Onde portare quindi anche il mio contributo in merito alla impellente necessità di questo invocato
cambiamento sia politico sia anche istituzionale, le racconto cosa è successo recentemente relativamente alla riforma della giustizia tributaria, che ricordo interessa ogni cittadino
italiano senza distinzione di ordine e grado, riforma in discussione in questi giorni alla commissione finanze della Camera e del Senato.
Onde quindi poter dare un contributo concreto da parte di coloro che ogni giorno vivono la realtà di tale giustizia: tributaristi, giudici tributari dipendenti del Mef, ai signori che
siedono nelle su menzionate commissioni, anche per evitare i soliti strafalcioni ed errori di triste, comune memoria, ci siamo dedicati, per giorni e giorni, a comporre un testo che supportasse
concretamente e in maniera pratica, tali assumende decisioni, testo che abbiamo protocollato, secondo le vigenti disposizioni ad ognuno dei succitati deputati e senatori.

Non vedendo però giungere alcuna risposta, nemmeno in merito alla ricezione di quanto inviato, quasi per scherzo, mi sono andato a vedere chi fossero tali autorevoli componenti e quale
storia o competenza avesse giustificato una nomina e un ruolo così importante. Bene, egregio Marco, il risultato di questa mia indagine è stato che tra imprenditori,
disoccupati, sindacalisti, insegnati, medici nefrologi e geologi, nonché: udite, udite anche diplomandi, ma anche portatori di processi passati ingiudicato quindi pregiudicati, tali su
menzionate commissioni sono composte da totali inesperti, salvo qualche raro, anzi rarissimo caso. Mi chiedo quindi quale sarà il parto di cotante competenze inutili, esempio concreto del
perché così non possiamo andare avanti.

Concludo, scusandomi per il tempo sottratto.

Tutta la mia solidarietà al signor Fabrizio, ma anche il perentorio invito a non cedere allo sconforto e a gesti inconsulti dalle amene ripercussioni. Sincero plauso e condivisione al
popolo di “tutto esaurito” e alla concreta solidarietà dimostrata. Piena condivisione a chi dice che bisogna rifare tutto ma, aggiungo, con persone competenti ed oneste e non strappate
alle cucine o alle fabbriche per non cadere dalla padella alla brace come avvenuto nelle ultime elezioni.

A lei, a voi che seguo da anni, un sincero plauso per la trasmissione che, tra frizzi e lazzi, sa sempre trasmettere messaggi positivi e di speranza, perché questo è il nostro
Paese! Il Paese ancora più bello del mondo e noi non possiamo rinunciarvi…ad ogni prezzo e con ogni mezzo, come non possiamo rinunciare a credere nella Giustizia unico vero fondamento
del vivere libero e democratico.

Sentite cordialità
Cav. Franco Antonio Pinardi
Cittadino italiano e Segretario generale 
Confederazione Unitaria Giudici Italiani Tributari – C.U.G.I.T.
Confederazione Giudici di Pace – C.G.d.P.
Movimento Italiano Dirigenti
Amministrazioni Stato

Redazione Newsfood.com

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