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RecuperAle, da Roma la birra dei detenuti

Birra

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Una birra artigianale, nata dal pane secco e dalla voglia di redenzione dei detenuti di Rebibbia.

Questa è RecuperAle, birra nata Istituto Tecnico Agrario Sereni, da un’iniziativa di due Onlus, EquoEvento e Vale la Pena.

A raccontare la sua storia è Paolo Strano, presidente della Onlus Semi di Libertà e collaboratore dell’iniziativa. Strano è il fondatore di Birra Vale la Pena ed altre iniziative pensate per il recupero dei carcerati. Visto il buon risultato, ecco la nascita di RecuperAle, nata con l’aiuto di due Onlus e l’’Istituto Tecnico Agrario Sereni. I detenuti lavorano nelle ore di libertà ed imparano a creare birra con le croste di pane. Lo scopo è duplice: dare una seconda occasione a chi ha sbagliato e combattere gli sprechi alimentari.

Spiega infatti Strano: “Ho lavorato nel carcere romano di Regina Coeli, ed ho deciso di realizzare una serie di iniziative per contrastare un fenomeno drammatico, quello delle recidive dei detenuti, “RecuperAle” è una di queste”.

Gli fanno eco i colleghi di EquoEvento: “ Una domenica mattina abbiamo realizzato che il tema che ci accomunava era il recupero, per noi del cibo e per loro delle persone, ed è così che abbiamo pensato di fare una birra artigianale riprendendo la ricetta originaria della birra, che sembra sia nata proprio da un pane raffermo lasciato fermentare nell’acqua piovana da un contadino

Adesso, Strano e gli altri sono pronti ad allargarsi, aumentando la produzione, comprando nuovi macchinari ed impiegando più persone. Prossimo passo sarà quindi una “Campagna su Eppela per mettere a punto una produzione più ampia e coinvolgere quindi più persone”. E poi, RecuperAle andrà ospite ad Eataly, il prossimo 5 febbraio in occasione della giornata contro gli Sprechi alimentari, per degustazioni e conoscenza.

Matteo Clerici

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