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Questione rifiuti, un'emergenza nazionale: Bergamo non può tirarsi indietro

By Redazione

Bergamo – La drammatica situazione dei rifiuti in Campania è un’emergenza nazionale, con pesanti cadute dell’immagine internazionale, della credibilità delle istituzioni,
della tenuta stessa del sistema Italia, un Paese sempre più sconfortato.

Bergamo, con la sua economia di trasformazione, fortemente orientata alle esportazioni e il suo ruolo di capitale dei voli low-cost del Sud d’Europa, non può pensare di chiamarsi fuori
dalle ripercussioni negative di questo disastro.
In questo rischio di essere direttamente danneggiata, Bergamo non può dire di no alle iniziative che possano rapidamente ripristinare una situazione di decente normalità: non
possiamo avere pregiudiziali a che gli impianti di smaltimento sul nostro territorio – se tecnicamente in grado di dare risposte rapide ed efficaci – concorrano, per ragionevole parte, al
superamento dell’emergenza.

Lo abbiamo già fatto in passato, con efficacia e funzionalità, senza alcun fastidio per la nostra popolazione che non può essere insensibile – o sollecitata
all’ostilità – al disagio di altre comunità nazionali, la cui situazione sanitaria è a grave rischio. Stiamo già smaltendo rifiuti che provengono da altre province
che hanno avuto ed hanno analoghi problemi, come quelle di Sondrio e Varese. Non c’è motivo per non tenere la stessa linea solo per il fatto che provengono dal Sud.

Sono comprensibili rabbia e indignazione per i tanti errori e le omissioni che «certa politica» ha perpetrato in Campania e che continua a esprimersi tra sterili e controproducenti
litigi verbali. E anch’io sono molto arrabbiato ma anche consapevole che, come amministratori, abbiamo il dovere di risolvere i problemi. Verrà poi il tempo per il giudizio elettorale su
una classe dirigente già travolta dall’intensità del fenomeno. Ma non possiamo far pagare alla «gente» colpe che non ha, nel momento in cui è necessario
operare, rimuovere i rifiuti, smaltirli, prima che si determinino ulteriori degenerazioni, con problemi anche sanitari.

E’ il momento della solidarietà e dell’aiuto che possiamo fornire nel rispetto delle nostre normative e delle efficaci esperienze per lo smaltimento dei rifiuti.
Sarebbe paradossale che, mentre la Svizzera e la Germania – per soldi e in una logica di pragmatismo – smaltiscono senza clamore i rifiuti campani, le strutture lombarde idonee dovessero
chiudersi pregiudizialmente per spirito di castigo o di mal riposto giustizialismo.
Se il primo dovere è quello della solidarietà alle popolazioni in sofferenza, vorremmo anche dare un segno di considerazione e di sostegno a quanti, nelle istituzioni campane, non
si arrendono al disastro e alla compenetrazione della malavita.

Nell’imminente riunione dei Presidenti delle Province lombarde sosterrò il dovere, l’interesse, la ragionevolezza di un intervento coordinato delle strutture di smaltimento operanti sui
nostri territori. Questa disponibilità va articolata in collaborazione con il Presidente della Regione Roberto Formigoni e con tutte le forze che lavorano per risolvere i problemi,
preferendo al ricatto delle barricate e delle proteste populiste la responsabilità della ragione e della solidarietà. Occorre trovare punti di incontro risolutivi anziché
dividersi su tutto per calcolo di parte. La solidarietà è un atteggiamento che si assume e si manifesta verso chi è più debole e quando ce n’è bisogno, con i
fatti e non con le parole e con gli avvertimenti moralistici. Ci sarà ancora nella nostra terra una coerenza con i valori cristiani praticati e non solo predicati!
Vogliamo dimostrare, ancora una volta, di essere una Provincia d’Italia e d’Europa che è coerente con i valori di fondo di una civile convivenza e che in un Paese sempre più
lacerato, diviso e ingovernato, non può rassegnarsi allo sfascio, al declino e alla mancanza di un civile rispetto, come si è visto inequivocabilmente in questi giorni
all’Università romana «La Sapienza» addirittura nei confronti del Papa.
Diciamo no alla logica perversa del «tanto peggio, tanto meglio», trappola nella quale gran parte dell’Italia rischia di precipitare.

Valerio Bettoni
Presidente della Provincia

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